Volontà - anno XVI - n.8-9 - agosto-settembre 1963

distaccarsi. l mmaginò il corso dell'u– manità secondo la storia antica e non seppe misurare quanto divide l'anno 1400 dalla Rivoluzione della Comune. Chiuso nella sua muraglia del concre– to non riuscì a rompere le catene che lo tenevano avvinto al passato per mi– surare il fuluro che era cominciato con la rivoluzione inglese, con l'invenzione della macchina a vapore, con le sco– perte geografiche che avevano rivolu– zionato la fisica, col progresso della chimica, con gli alti forni, con la crea– zione della luce elettrica, con i sistemi ferroviari mediante l'uso delle caldaie a vapore, con la fort.a idraulica e la galvanizzazione, portenti tutti contem– poranei alla esistenza del maestro. La corsa che l'ingegno umano stava ini– ziando disordinatamente gli era estra– nc.i. o sconosciuta, per modo che il suo ideale dello Stato socialista andò alla deriva. La rivoluzione è andata assai oltre le speculazioni di Carlo Marx. Un secolo trascorso dalla fondazione della Prima Internazionale ad oggi presenta un pa– norama del mondo completamente di– verso ed i quadri sociali perfettamente idcntifìcati, non per puntellare gli Sta– ti ma per distruggerli. L'ideale dello Stato come unione di volontà ottenuta col peso dell'autoritarismo è oramai vetusto, deri\'ando esso dalla dccaclen– n degli imperi. Ciò che per la filoso– fia greca fu moti\'O di discussione - in opere che oggi contengono in1cres– ~c per gli si udiosi - per più di tre se– coli ed a cui lo Stato romano aggiun– se una organizzazione a suo modo, ma– lamente po1eva servire ad un'umanità avviata già verso un massiccio pro– gresso. La rivoluzione doveva sorgere dal basso verso l'alto, partire dagli strati sociali, dalla comunità, dalla fe– derazione. Di qui il grande valore del– le "società di mutuo soccorso» che molti dei nostri studiosi hanno dimen– ticato. Dal seno dell'artigianato, da qucs1a comunità familiare che parte dall'amore, passa attraverso la solida– rietà e si integra nell'associazione. La rivoluzione, come raie, ha supe– rato già queste tappe e non ha sciupa– to lt.: intenzioni, le esperienze o sempli– c-cmcnte la prova. La stessa evoluzione del sistema capitalista fa sì che oggi es– so non abbia più le caratteristiche dello strozzino di Francoforte: la sua ava– rizia resta conclizionata da fattori di diverso ordine che lo obbligano a vi– vere nella società e ad avviare con i ~uoi membri un comune clialogo. Sia egli un industriale o un commerciante l'nvanzare della civiltà lo ha reso indi~ viduo. Le istituzioni, nella maggioran– za dei casi, non si ereditano più per diritto divino, ma originano dal popo– lo, almeno così risulta dalla norma po– sitiva. Il ciuadino o il lavoratore dei campi hanno coscienza del salario e del fatto che il sistema capitalista in sè non contiene delle soluzioni, cosl come la rivoluzione che essi preconiz– zano non comporta limitazioni delle facoltà delle quali dispongono, bensl l'ampliamento della mente, della com– prensione di certi problemi dei quali si rende partecipe ogni giorno a contat- 10 atti,·o col suo ambicme, per qu•m– to di ciò non ~i rendano conto. Però il lato negativo di questa con– quista intellettuale è dato dal fatto che il proletariato non ha potuto scrol– larsi di dosso il giogo della mistifica– zione, dei pregiudizi e non ha potuto prendere coscienza ciel dibattito ideo– logico che ispirò i fondatori della Pri- 513

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