Volontà - anno XVI - n.8-9 - agosto-settembre 1963

« Il lavoro è la legge dell'umanità, la fonte del 1mbblico benessere, la base legittima della proprietà privata. Esso dev'essere sacro e libero e soltanto mediante la solidarietà può divenirlo». Giacchè, per come è detto nt.:I Mani• festo comunista dalla proprielà priva• ta ~i passa al capitale che « è un pro. dotto collettivo e può essere messo in moto solo mediante una attività co– mune di molti membri, anzi in ultima istanza solo mediante l'attività comu• ne di tutti i membri della società», Il documento di Carlo Marx, che ben pochi hanno letto, esercitò in se. no all 'A.LT. una influenza alquanto li• mitata. In esso è scritto che l'ideale del « comunismo abolisce il potere di sot– tomettere, mediante questa espropria• zione, il lavoro degli altri»: principio perfettamente articolato da Proudhon il quale, come unica soluzione del pro– blema sociale, proponeva la abolizione della proprietà privata. Le idee di Carlo Marx relative alla proprietà ed alla fun. zione dello Stato sono proprie di un uomo nato in un paese che finiva col costituir~i come entità moderna, giac• chè la Germania, lì.no a poco tempo prima, era un insieme di principati me– dievali. Per ciò il provvedimento di « espropriazione nazionale. della pro– prietà fondiaria ed impiego della ren· dita per le necessità dello Stato » è lontano dal conciliare la evoluzione che a questo riguardo s'è operata da un secolo a questa parre. La « imposta fortemente progressiva » ha perduto an– ch'essa validità, giacchè la funzione le• gaie stessa dei carichi fiscali ha sorpas. sato le speculazioni del grande filoso– fo. La « é!bOlizione del diritto di SUC· cessione » resta ancora in piedi come finalit~1. Però già risulta inoperante 512 « l'accentramento del credito in mano dello Stato» perchè s'è visto che il si– stema capilalista ha risolto questo pro– blema più efficacemente. Allo stesso modo « l'accentramento di tutti i mez. zi di trasporto in mano allo Stato» s'è rilevato un irreparabile disastro poi– chè ha trascinato il socialismo e la so• cialdemocrazia nel terreno della buro• crazia nel quale furono sepolti. La « moltiplicazione delle fabbriche nazio– nali, degli strumenti di produzione; dis– sodamento e miglioramento dei terre• ni secondo un piano collettivo; egua– le obbligo di lavoro per tutti, costi– tuzioni di eserciti industriali; unifica• zione dell'esercizio dell'agricoltura e dell'industria; Istruzione pubblica per tutti» sono conquiste superate dalle i– stituzioni sociali che, per l'inapplicabi– lità attuale, rendono inutile quel « Ma– nifesto». Carlo Marx era un perfetto borghe– se, non intendendo il termine nel sen– so dì «capitalista», ma come uomo con delle idee borghesi secondo l'accezio– ne moderna. La sua rivoluzione avreb– be dovuto svolgersi attraverso lo Sta· to; e, si sa, come .attraverso questo mezzo tutti i tentativi fatti in Europa siano finiti nell'insuccesso. La rivolu. zione russa, in definitiva, s'è converti– ta in uno strumento cli tortura. di dit• tatura dispotica che ricorda i peggio– ri regimi delle dinastie assolute orien– tali. Carlo Marx non poteva avere una vi. sione del futuro così come non può a– verla colui il quale si afferra al crite· rio assoluto sostenuto dalle idee di Car. lo Marx. Egli guardava il panorama mondiale entro i limiti di un'Europa afflitta da lotte e da guerre medievali e della cui influenza non aveva potuto

RkJQdWJsaXNoZXIy