Volontà - anno XVI - n.8-9 - agosto-settembre 1963

della proprietà che avviene prima con la violenza e con l'inganno. Se tra gli abiLanti di un paese qualsiasi non esistesse l'avidità individuale di appropriarsi dei beni altrui o quella di ricorrere, per appropriarsene, a qualsiasi mezzo contrario all'ordine ed alla giustizia, certamente in quel paese il delitto diffi– cilmente sarebbe conosciuto. Se ogni uomo potesse, con facilità, ottenere il necessario per vivere, una volta ottenutolo non sentirebbe alcuna bramosia nel perseguitare i suoi vicini e la tentazione perderebbe ogni efficacia. L'interesse privato concorderebbe visibilmente col bene pubblico e la società civile sareb– be quella che la poesia ha immaginato per l'età dell'oro. Intanto, indagando a fondo sugli abusi più sopra segnalati, bisogna ri– levare che gli Stati più avanzati d'Europa hanno moltiplicato enormemente la disuguaglianza in relazione alla proprietà, giacchè la maggioranza degli abitanti è stata privata di ogni comodità che potesse rendere la vita tollerabile o sicu– ra. Dal lavoro si ricava appena quanto basta per sostentarsi. Le mogli ed i figli si appoggiano, col loro peso insopportabile, agli sforzi dell'uomo, per mo– do che una numerosa famiglia è l'espressione proverbiale del grado straor– dinario di povertà e d'infelicità. Se si aggiungono le malattie ed altri acca– dimenti di probabile avveramento, per un'esistenza attiva e laboriosa, si rileverà come la sventura diventerà molto grande ( tt). Una lotta incessante contro i malanni della povertà viene anche intra– presa da quanti soffrono, ma il sentimento penoso delle loro condizioni li priva finanche del1a forza per superarle. La superiorità del ricco, impiegata in modo così spietato, espone il povero ad inevitali rappresaglie, ed il povero sarà in– dotto a considerare lo stato attuale della società come uno stato continuo di guerra, come un ingiusto apparato, non diretto a proteggere i diritti di ciascun uomo e ad assicurargli i mezzi di sussistenza, bensì diretto a monopolizzare tutti i vantaggi, in favore di pochi jndividui favoriti, ed a risenrare alla restan– te massa la penuria, la degradazione e la povertà Un'altra ragione delle passioni distruttive, a causa della quale è finita la pace della società, va individuata nel lusso, nel fasto e nella sontuosità con cui, in generale, si accompagna la ricchezza. Gli esseri umani sono capaci di sopportare disinvoltamente considerevoli avversità, quando esse sono ripartite equamente e quando non vengano offesi dallo spettacolo dell'ignavia e del privilegio di altri uomini che non meritano maggiori vantaggi. E' un amaro (Il) G. analizza poi bre\•cmcnte la situazione economica dell'Inghilterra. la quale, soltanto apparen1e1nen1e. • presenta meno miseria ed ìnrelicità •· 494

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