Volontà - anno XVI - n.8-9 - agosto-settembre 1963

nostra pmprietà ed hanno ritenuto che questi fini potevano conseguirsi soltanto aLtraverso l'amministrazione di leggi generali e conferendo al popolo un minimo potere, sufficiente per m:mtenere la detta amministrazione. Alcuni hanno sostenuto un minore ed altri un maggiore grado di uguaglianza tra i membri della comunità ed hanno ritenuto che l'uguaglianza Fosse posta in pericolo dalle eccessive imposte, dalle prerOgative e dai privilegi dei monar– chi e delle classi aristocratiche. Ma anche costoro - pur avendo ampliato il campo delle indagini - con– cordano con le due prime categorie nel considerare b politica come oggetto di importanza secondaria e, soltanto indirettamente, vincolata al miglioramento morale: non hanno, \:iOè, avuto coscienza della strelta affinità tra le diverse parti del sistema sociale e sono stati spinti ad interessarsi del problema da un vivo senso della giustizia e dall'odio per il dispotismo. Occorrerà, pertanto, esaminare se lo studio delle istituzioni politiche non abbia invece un interesse più. alto di quello attribuitogli da altri studiosi; se si potrà dimostrare quanto sopra, i sostenitori della libertà avranno un ar– gomento di più a loro favore e tutti saranno spinti ad un maggiore impulso nel!a ricerca dei princìpi delle istituzioni politiche. CAP. Il LA STORIA DELLA SOCIETA' POLITICA. Mentre indagheremo se il «governo» è capace di miglioramento, non è inutile considerare quale siano le sue manifestazioni al presente. E' antica l'ossen•azione sulla storia del genere umano come poco più di una storia di crimini: la guerra infatti, è stata considerata sino ad oggì come inseparabile alleata dell'istituzione politica. I più antichi avvenimenti storici sono gli annali dei conquistatori e degli eroi: ci incontriamo con grandi e potenti monarchie, che rappresentano la chiara manifestazione della volontà di rendere schiavo il genere umano, attraverso la violenza, le guerre, i massacri, i delitti (3). Nè muta il quadro se, invece che ai rapporti tra gli Stati ci si riferisce alla politica interna. Una classe numerosa di uomini è mantenuta in uno stato di nbictla pe- (3) H G., a qu<.'sto punto, diluisc<.' la sua analisi nella citazione di numerosi antichi conaui.• statori, re e regine - il faraone Sesostri, la regina Semiramidc, Ciro, Dario, Cambise, Serse, Ales– sandro, Cesare (la cui lmmor1alltà si calcola sia stata ottenuta con la morte di l.200.000 uomini) - di personaggi storici romani (. .. i Romani, per Il numero, la durala e le coll!legue,n:e delle guerTe falle, debbono essere annoverali tra I principali distruttori del genere umano .•.), con la citazione di Carlomagno, di Gengis Kan. di Tamerlano, dei Plantageneti, dei York e Lancaster. etc. sino a giungere ai personaggi del suo tempo. 48ò

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