Volontà - anno XVI - n.8-9 - agosto-settembre 1963

ve; tende a!!'uomo-aulOnomia, ovvero all'uomo libertà-solida,·ietà, perchè lo intende come un valore in s~ o au– tofinalità. L'individualismo comprende tutte quelle correnti di pensiero, per le qua– li l'individuo assurge a valore supr~– mo cd assoluto, e costituisce una dei– le grandi correnti della filosofia mo– derna. A ~econda della concezione del– l'individuo, si ha l'individualismo me– tafisico, storico, economico ,etico, po– litico, pedagogico. L'individualismo pe– dagogico racchiude tutte quelle conce– zioni che mirano all'educazione, aven– te come ultimo scopo lo sviluppo e la formazione integrale dell'individualità dell'educando; si ha così l'individua– lismo della Key, del Tolstoi, del Wyne– ken e di quella corrente che basa la sua pedagogia fondamentalmente sul– la psicologia e che mira alla scuob su misura, all'individualizzazione del– l'insegnamento, alla teoria degli inte– ressi, alla metodologia pueroccntrica. Di contro, il sociologismo, per tema che l'individualismo educhi all'asocia– lità, reagisce ed afferma le centralità della società nell'educazione. La con– cezione del sociologismo pedagogico è racchiuso nello asserzione che l'uomo diviene tale solo perchè fa parte d1..•l– la società; la sua umanità pertanto coincide col suo socializzarsi, l'cduc~– zione equivale a socializzazione, l'indi– viduo non ha senso e diventa un'astra– zione simile all'atomo della fisica, l'e– ducazione è un fatto sociale, ossia la consapevolezza della sua partecipazione ad una società organizzata; superare la nostra individualità è lo scopo fon– damentale di ogni educazione e di o– gni essere umano. Aderiscono a tale tesi il colle! tivismo e il nazionalismo; si ispirano a questa concezione le va– rie scuole-città o repubbliche dei rD.– gazzi diffuse nei diversi paesi del mon– do. Mentre, dunque, l'individualismo in– tende il rapporto individuo-società in un senso astrattamente atomistico e pertanto la società va intesa quale u– nione volontaria di semplici individui e il fine di essa è il rendere possibile l'affermazione e lo sviluppo dell'indi– vidualità, la sola realtà vera e auten– tica: « Sono le parti che spiegano il tutto, è la molteplicità che condiziona l'unità»; al contrario, il sociologismo concepisce come realtà vera la società, e cade anch'esso in un collettivismo amorfo, nel quale l'individuo non è che una parte o addirittura un sem– plice mezzo o momento: « E. il tutto che spiega la parte; l'uniti. che condi– ziona la molteplicità». A me sembra che la visione più in• tegrale e più vera non si trovi nè nel– l'individualismo, nè nel sociologismo, bensì nell'anarchismo. A torto spesso questo è stato sem– plicisticamente inteso o addirittura i– dentificato con l'individualismo più e– stremo e degenere; a torto pcrchè l'a• narchismo, pur nella sua varietà, non può non avere una concezione integra– le e dell'uomo e della società. Per l'a– narchismo, infatti, l'uomo non si iden– tifica con l'individualità o con la so– cialità, ma si concepiscec quale perso– nalità che è insieme di individualità e socialità, portatore perciò di valon individuali e sociali. L'uomo non si può, nè si deve con– cepire, come un essere antisociale da rendersi necessaria un' imposizione dall'esterno per assicurarlo alla so– cietà, ma si deve intendere come un 483

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