Volontà - anno XVI - n.8-9 - agosto-settembre 1963
che gr,na non solo sulle faccende co– munis1c, ma addirittura su tutto il mondo. L'errore consis1c nel credere che la !'>Jheua dell'umanità dipenda da U· na diversità di colore ideologico o di sbtema Politico. Solo in teoria da u– na parre s'impone la concezione • cri– stiana» del mondo, e dall'altra, altret. tanto possente, la concezione di un co– munismo definitivo e universale. Nei fotti, punroppo, le cose procedono in modo ben differente: quello che si tro– va nella carta ideologica, piuttosto di rado diventa cosa concreta. Se oggi il capitalismo occidentale, si sforza di fare qualcosa di buono per 11 bene~!>crc di tutti, questo, in certo qua) modo, lo dobbiamo alla presenza minaccios~1 del bolscevismo; e se que– sto incomincia a divenire meno intran– sigente e più trattabile, ciò è dovuto, suo malgrado, ad una relativa buona volontà che da qualche tempo circola tra le classi dominanti dell'occidente, imposta loro dal comportamento dei lavoratori. Le buone intenzioni, CO· me prodotti spontanei e disinteressati dei singoli contendenti, non esistono: ognuno diviene saggio in proportione cliretla della paura che gl'incute l'av• vcrsario. E non può essere altrimenti, finchè non si comprenderà che quella prodigiosa potenza umana che si chia– ma lavoro, non ha affatto bisogno di e~sere difesa dalle armi, ma soltanto dall'inlelligenza e dal buon volere del• le mollitudini. Il follo è che, S\'enturatamente, le masse umane, come tali, sono quasi sempre rassegnate. Forse peggio: non si sognano nemmeno che il mondo possa benissimo trovare vie migliori al di ruori dei millenari sentieri, al di 458 là delle concezioni che finora hanno dominato lo spirito e le cose; nono– stante che, tah alta, abbiano qualche costruttiva reazione. Il dominatore accorto e intelligente conosce bene cotesta immensa rasse– gnazione, ed ogni nuova dittatura sa che può contare su di essa. Le cosid• dette democrazie occidentali natura) mente sfruttano a loro favore la « cri– ~i ideologica » del comunismo, illu– strandola - anche se nel loro intimo non ne sono convinte - come un cf. retti,•o decadimento dei • sistemi • co– munisti. In realtà, però, ~anno bene che l'inquietitudine circolante tra le classi dirigenti del comunismo, in fondo ha la stessa ed immutabile sostanza che ha sempre sorrctlo il millenario prin– cipio d'autorità. Sono crisi che posso– no mutare gli uomini e, talvolta anche i sistemi, ma mai il principio. li comu– nismo autoritario come teoria ideolo– gica cd economico-sociale, non è cer– tamente una concezione che abbia mil– lenni di esistenza, però in es– so si rispecchia lo stesso l'intramonta· bile principio del comando da un lato, e l'indiscutibile obbedienza dalla parte dei più, cioè di quelli che hanno l'e– terno « dovere » di essere sottomessi. Sì, comprendiamo bene che una so– cietà non· potrebbe sussistere senza u– na razionale ed intelligente disciplina e senza un reciproco rispetto tra po– polo e popolo. Questa è una naturale \'erità, ma è altrettanto vero che se il mondo, nonostante tutto, riesce sem• pre a mantenere un certo progresso e sopratutto a riparare, in breve tempo, anche alle più immense rovine causa– te dalle periodiche apocalissi, questo indubbiamente lo dobbiamo alle sole forze del lavoro e del pensiero più illu-
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