Volontà - anno XVI - n.5 - maggio 1963
lia contava delle minoranze linguisti– che slovene in pro,•incia di Udine. Si trat1::i: della cosidetta Slovenia veneta, quella che gli slavi chiamano da secoli « Bcncska Slovenija • e eh~ corrisponde alla parte nord-orientale della provincia di Udine, al di là di Cividale. Questa zona si estende su 539 chilometri quadrati e conta circa SO mila abitanti. Essa è composta di tre regioni: l:l Rezia al nord, la Valle del Torre all'ovest e quella del Natisonc all'est (queste regioni sono state anco– ra distinte linguisticamente durante il censimcn10 del 1921). cl 1921dunque, la Rezia forma un solo comune inleramentc sloveno con 4.000 abi1an1i; nella Valle del Natiso– ne i comuni interamente sloveni sono 7 cd in quella del Torre 2. Si registra– no inoltre 2 comuni a maggioranza slovena (Attimis con il 55% e Prepotto con il 70%), 5 comuni a maggioranza italiana (Artegna con 1'80%, Faedis con il 65%, Nimis con il 60%, Tarcento con il 75% e Torreano con iJ 70%) ed altri 5 interamente italiani. rn questa zona che, nel 19IO,contava 52.000 slo– veni e 2.000 italiani, la proporzione è passata nel 1921a 34.000 contro 13.500. Già sotto il 1>0tere dei patriarchi di Aquileja gli abitanti della Slovenia vc– nc1a godettero di una larga autonomia, la quale fu riconosciuta anche da Ve– nezia (1420 al 1797). Quando il Con• grcsso di Vienna dette all'Austria que– sta regione. le autorità austriache ave– vano già, fin dal 1816.soppresso total– men1c l'autonomia slovena, contentan– dosi di creare il distretto giudiziario di San Pietro degli Slavi (nome che fu dalle autorità italiane cambiato nel 1867 con quello di San Pietro al Na– tisone). Per reazione a questa centra- JOO lizzatrice misura austriaca, i 40.000slo– veni votarono, al momento del plebisci– to del 1866,in massa per l'Italia - cioè contro l'Austria - convinti anche co– me furono dalla propaganda dei pa– lriotti liberali italiani. fra i quali il Tommaseo. Ma questa adesione totale al plebi– scito non è sufficiente per ammettere oggi che si tratta di una popolazione completamente italianizzata. Se ciò fos– se stato, la prefettura fascista di Udi– ne non avrebbe dovuto, nel 1923, de– cretare che i giornali sloveni della pro– vincia dovevano pubblicare i loro arti– coli anche in lingua italiana, nè, l'an– no successivo, ordinare la chiusura di ben 32 società culturali slovene. Del resto, la lotta partigiana delle forma– zioni slovene ha t rovaio nella regione un'adesione che basta a smentire le pretese dei livellatori. Attualmente (le ultime statistiche da– tano del 1953) le due nuove circoscri– zioni di Cividale e Tarcento, corrispon– denti sul piano amministrativo alla Slo– venia veneta, contano 9 comuni a stra• grande maggioranza slovena (Drenchia, Grimacco, Pulfero, San Leonardo, San Pietro al Natisonc, Savogna, S1regna, Lusevera e Taipana). I comune dove le due comunità linguistiche si equi– valgono (Torreano), 4 comuni a mag– gioranza italiana (Attimis, Faedis, Pre– polto e Nimis) e 13 comuni, contro i 5 del 1921,al 10006 italiani. Nei comuni a maggioranza sloven3 i manifesti ed annunci pubblici e le schede di stato civile sono bilingui e lo sloveno è parlato correntemente. La stampa slovena che si legge nella zona proviene dalla vicina pro,1incia di Go– rizia. Nessuna politica scolastica per– chè - si tratta di una incredibile di-
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