Volontà - anno XVI - n.5 - maggio 1963
culturale). Dopo l'istituzione della regione Tren– tino-Allo Adige si è iniziato ( 1949) un esperimento di insegnamento in ladino, con sillabario ladino, nelle scuole ele– mentari di V.il Gardena e Val Badia (entrambi, come si è visto, in provin– cia di Bolzano). E' del resto in Alto Adige che vede la luce la sola vera pub– blicazione (si tratta di un settimanale) ladina esistente in Italia (contro tre bisettimanali, oltre ad un regolare sup– plemento in ladino in un quotidiano di lingua tedesca, nei Grigioni). Nel Friuli esistono, salvo errore, un paio di riviste o piuttosto bollettini, e– manazione di circoli pili vemacolistici che culturali. E con la progettata crea– zione di una regione Friuli-Venezia Giu. lia il ladino che - anche senza scuola e senza pubblicazioni - è ancora mag– gioritario nel solo Friuli, rischia di di– ventare, se non si saprà far fruttifica– re l'autonomia anche su questo pi<lno, definitivamente minoritario, cioè - da– ta la politica italiana in materia - morente. Il provenzale. E' la lingua parlata - il francese essendo la lingua di cultura - dai Val. <lesi nelle loro valli. Agli inizi del XIII secolo i Valdesi cominciarono a concentrar~i ai piedi delle Alpi Cozie - provenienti sia dal Lionese che dal Milanese - dove porta– rono o trovarono la lingua provenzale e dove, ancor prima che il secolo ros– se compiulo, subirono le prime perse– cuzioni. Come nella Val d'Aosta, nel 1882 l'i• taliano venne dichiarato lingua ufficia– le ed introdotto, con diritto di priori– tà, nelle scuole accanto al francese. 298 Con l'avvento del fascismo l'italianizza zione, restata fino ad allora lan 1 ata, di• venne aperta. Nel 1945anche nelle Val– li Valdesi ebbe luogo un ripristino mi– nimo del francese nelle scuole elemen– tari, ma non si può parlare di bilin– guismo vero e proprio. Le Valli Valdesi (Val Pcllice e late– rale di Angrogna, con Bobbio Pclli– ce, Bricherasio e Torre Pellice; Val Chisone e laterale di San Germano, con San Germano Chisone; Val Pra– gelato, con Pragclato e Praly, e Val Perosa, con Pcrosa Argentina, Rouse e Villar Perosa, tulle in provincia di Torino) contano attualmente circa 25 mila abitanti (nel 191 I il numero di coloro che parlavano francese era di 8.500). Il provenzale si è infiltrato col tem• po e gli scambi in alcune località della limitrofa provincia di Cuneo: a Limo– ne. Roaschia (frazione di Roccavione), Valdieri, Vinadio e Ul7io (in tutto cir– ca 8.000 abitanti). Ultima e sperduta ÌM)b provenzale quella di Guardia Piemontese, in pro– vincia di Cosenza, dove i 4.000 abitan– ti parlano ancora la lingua dei loro antenati, quei valdesi che, ai primi del XIV secolo, fuggendo k persecuzioni piemontesi, cercarono invano riparo nel reame svevo. Divenuti vassalli dei marchesi Spi– nelli di Fuscaldo, Popolarono la terra di Guardia dei Lombardi (oggi Pie– montese) ed in seguito quelle di Ac– quappesa, Intavolala, Mon1alto, San Si– sto (dei Valdesi), San Vincenzo e Vac– carizzo, dissodando e bonificando. Non volendo abbandonare l'« eresia,., ven– nero, a partire dal 1557 (viccrè di Spa– gna, il De Ribera), minacciati, poi, nel 1561, massacrati. Dal 2 al 12 giugno
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