Volontà - anno XVI - n.5 - maggio 1963

(nonostante una ferma opposizione che durava ancora nel 1935), abolendo l'in– segnamento del francese nelle scuole elementari, l'autonomia linguistica dei consigli comunali e la stampa di lin• gua francese. l nomi dei villaggi val– dostani furono beninteso italianizzati. Con la Liberazione, il diritto della V.i.I d'AO!'.>la ::il bilinguismo fu ripristinato, sia nelle scuole che nelle a1tivit~ uf• ficiali. li franco-pro\'enz.alc è pure parlato in Val Soo.na (Torino), che ha per cen• tro Ronco Canavese (2.000 abit.i.nti), e ~cl Usseglio, un comune di 1.200abi– tanti, sempre in provincia di Torino. Due isole franco-provenzali si Irova– no infine in provincia di Foggia, dove In poJ>Olazionedei comuni limitrofi di Facto (4.000 abitanti) e Celle San Vito (l.000 abitanti) discende da un:l colo– nia importata da Carlo d·Angiò nel XIII secolo. li greco. Nell'Italia del Sud, e più precisamen– te nella Calabria meridionale cd in Terra d'Otranto, si sono conservati dei clialctti greci. Sia i Greci di Calabria che quelli sa– lentini occupavano nel passato un ter– ritorio molto più vasto. In Calabria era praticamente greca tutta k1 provincia di Reggio e p~u-teal– meno di quella di Catanzaro. Secondo il Lcnormant («La Grande Grèce • • Parigi, 1883), il greco dominava anco– ra nel circondario di Castro,,illari nel XII e XIII secolo; le ultime1racccdcl– la lingua sono scomparse solo nel XIX secolo. Il Barrio ( « De antlqultatc et sltu Ca1abrlae,. . Roma, 1787) cd il Ma– rafioti ( t1 Croniche et antichità di Ca– Jabrla • • Padova, 1601) testimoniano 296 che nella seconda metà del secolo XVI si parlava greco nella maggior parte dei casali della regione di Seminara. al sud di Palmi. li Rodotà ( « Dcll'ori• ginc del rito greco In Italia • . Roma, 1758) cita ancora come bilingui diver• se località dei dintorni cli Reggio e fissa l'estensione de11'isola greca di Bo– va, i cui estremi andavano (siamo nel 1750) da Mclito Porto Salvo all'ovest fino a Pietra.pennata all'est. Nel 1820 si parla ancora cli 12 villaggi greci. 11 dei quali fanno appunto parte del cir– condario di Bova. Per quanto riguarda la Terra d'Q. tranto, il De Ferraris ( t1 De sltu Japy– giac •. Basilea, 1558) cd il Nardò (« J. talla sacra• . Roma, 1721) affermano che nel XV secolo 27 località salentine erano greche. Nel 1820 sei villaggi al sud di Lecce parlavano ancora greco. Sulle origini di queste colonie elle– niche - attualmente di interesse sola– mente linguistico, i riti religiosi e le tradizioni giuridiche essendo del tutto scomparsi - sono state emesse diver– se ipotesi. La più valida sembra esse– re quella che sostiene la tesi della con. tinuazione ininterrotta di popolazioni della Magna Grecia, eventualmente au– mentale tra il sesto cd il decimo seco– lo da immigrati bizantini, che, per ra• gioni religiose, politiche o semplice– mente economiche, sbarcarono nume• rosi sulle coste meridionali e special• mente calabresi. Errata appare l'idea che si tratti di profughi sfuggiti ai Turchi, così come gli albanesi del Co– sentino. Il greco che si parla nelle due isole attuali è infatti un greco bizanti– no ma con forti relitli magno-greci. Oggi si parla ::incera greco nei comu. ni di Bova, Condofuri, Roghudi e Roc– caforte, località che formano una zo-

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