Volontà - anno XVI - n.5 - maggio 1963
La lotta armata e le classi sociali. Gli elementi che attaccarono la guarnigione di Moncada, quelli che, nel 1956, sbarcarono a Cuba e quelli che diedero vita alle prime formazioni parti– giane enrno giovani intellettuali (12); ad essi, poi, si unirono alcuni campesl– nos. Si formò un esiguo esercito di ribelli - circa 1500 armati - che, armi al– la mano, si sbarazzò poi del regime di Batista. La composizione del piccolo esercito ribelle ha dato luogo a delle discus– sioni circa la « natura sociale,. della rivoluzione: se di natura borghese o di n:itura contadina. Teodoro Draper (13), ad esempio, dopo aver osservato che i primi combattenti provenivano dalla « classe media,. e che anche successi– vamente i dirigenti erano elementi della medesima estrazione, conclude che il carattere di un esercito è determinato dai suoi quadri {e non dai semplici soldati, perchè diversamente qualunque esercito sarebbe contadino e proleta– rio), formulando così una astratta e semplicistica ipotesi sulla scorta della prevalenza delle origini sociali dei dirigenti. Il problema va visto in funzione dei fini - e quindi degli interessi rappresentati - che quei rivoluzionari d'ori– gine borghese e piccolo-borghese si proponevano. In rcahà, di fronte alla partecipazione alla rivoluzione di contadini che «sentivano,. la rivoluzione come cosa che li riguardava direttamente e di fron– te alla partecipazione diretta di gruppi di origine borghese o piccolo-borghese, distaccatisi oramai dagli strati di provenienza e che si consideravano rappre– sentanti delle for,:.e popolari, ogni e qualsiasi ipotesi di prevalenza dell'una o dell'altra classe è, per lo meno, azzardata. Ci sembr:t, invece, doveroso ridimensionare la partecipazione delle due clas– si alla rivoluzione: non vi fu, in effetti, un'adesione totale al moto rivoluziona– rio nè da parte dei contadini, nè da parie degli intellettuali della classe media, i quali o erano sostenitori, sia pure tiepidi, del dittatore Batista o cercavano di vivere come meglio potevano, timorosi che la possibile accusa di « comuni– sti,. li portasse davanti ai tribunali del regime. D'altra parte, non bisogna lasciarsi fuorviare dagli aiuti che la classe borghese cubana fornì ai guerriglie– ri, giacchè essa, alla pari della Chiesa cattolica (che preparò, tra l'altro, e so– stenne alcuni militanti clandestini) e del!'alta borghesia, ebbe fini non ... or10- dossamen1e rivoluzionari. (121 • La nostm rivoluzione non t: una r1vo1uz1one ratta da sindacati operai o da partiti soclaldemocrattcl. o da qualcosa di simile. 51 distacca da tutte le rivoluzioni di cui avete scntlto parlare .sinora. Prima di tutto, I suol capi sono stati giovani Intellet– tuali e .si.udenti dell'università dell'Avana. ES$! fecero le prlmc mosse per molto t.empo, prima che queste comlncla.sscro a dare risultati. Poi, quando si mossero, n movimento che stavano cdtnc:mdo raccolse le rorzc del contadini cutxml, del cam1>csl11os. La nostra rivoluzione comhtclò veramcnt.e e Il destino di Batlst.a ru segnato quando un pugno di questi giovani lnt.cUcttuall si uni veramente al cont.adlni. Questa congiuntura atti– va. storica, creò lo. rivoluzione». - C. WRIGHT MILIS. op. clt. (13) ('a:-tro's Rc,·olnUou: 111ylh,o ami rcalitlcs • New York, 1962. 268
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy