Volontà - anno XVI - n.5 - maggio 1963

se, l'opposizione dei partili conservatore, democristiano e comunista (9), può, aiutarci a spiegare quali fossero i fini immediati dei guerriglieri: suscitare un movimento favorevole all'abbattimento della dittalura ed aprire la strada del– la rinascita dell'isola in un clima di maggiore giustizia e di maggiore libertà. L'azione dei partigiani della Sierra Maestra non aveva, dunque, un pre– ciso programma di assestamento futuro: il richiamo di Castro ai diversi stra• li sociali e l'augurio di un ritorno ad una restaurazione democratica (democra– zia rappresentativa e parlamentare), la provenienza borghese dei guerriglieri e le loro posizioni moderate, gli aiuti stessi da parte della Chiesa e della bor• ghesia legittimano il giudizio che i fini mediati non erano formulati se non in una direzione embrionalmente progressista, ma non chiaramente socialista (10): gli armati della Sierra lasciavano ogni concreto sviluppo del moto in– surrezionale al conseguente svolgimento « logico delle cose». Il Mills fa dire all'interlocutore delle sue .. Lettere cubane»: • Non lottavamo solo per noi: 11011 ci limita11amo ai ,tostri piccoli interessi. Non eravamo delusi e resi scettici tlall:! sc011fitte della rivoluzione in altrf paesi. Avevamo vasti obbiettivi che superavano i nostri piccoli interessi e le vecchie sciocchezze ... Rapprese11tavamo Cuba, e così vincemmo•· A parte l'alone di ottimismo nella loro forza e volontà di lottare, gli obbiet• tivi dei guerriglieri erano « vasti » soltanto in contrapposizione ai loro « picco– li• interessi personali, sicchè non è azzardato ritenere che il movimento « 26 luglio•, partito da un ingenuo e primitivo legalismo (la denuncia presentata da. Castro davanti alla Corte Costi1uzionale dell'Avana nei confronti di Bati– sta e finita, come era prevedibile, in un nulla di fatto, ne è la prova), passan– do attraverso una non cosciente contrapposizione tra rivoluzione Politica e ri• voluzione sociale, non giunse, almeno nella prima fase della rivolta armata, ad una chiara concezione dei fini mediati della intrapresa lotta armata (Il). (9) Ratael Rodrlgucz. membro del comltat.o cent.rale del P.C.C.. nel giugno 1958. volendo applicare ... l'analisi marxista alle condizioni cubane del moment.o. ebbe a di• chlamre: « se esistessero da.vvero nel paese le forze c:ipacl di mettere In tuga Bat.lst.a e di mettere al potere un governo progressista cd antimperialista. le cose sarebbero fa– cili. Ma, stortunatnmeute, non é cosi• - Ctr. CLAUDE JULLIEN - 1,n l{~\'Olut1011culmine (Julllard. Parls, 1961). (10) « Prima. quando tacevamo l'Insurrezione. non sapevamo tutto su di essa. La. sola cosa che sapevamo era Il risultato. tacile da vedersi: la povertà. Questa oovertà era una condizione 1,t.A.b!lc,personalmente sentita come 11.ssenza totale di un futuro• - C. WRtGHT MILIS, op. clt. (il) Ernesto Guevara. sulla rivista dcll'eserclt.o cubano - Verde Ollrn (ott.obre 1960) - scrive che gli attori principali della rivoluzione non avevano « Inizialmente una prcpa. razione teorica coe:-ent.e » e che « solo la conoscenza profonda della realtà. Il contntt.o stretto col popolo. ln termczza del propositi e la esperienza della lot.ta rivoluzionarla dettero a questi dirigenti la posslbllltà di tormarsl una preparazione teorica più com– pleta» {Da Rhrn!-ell.a. n. 12. dicembre 1960). 267

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