Volontà - anno XVI - n.4 - aprile 1963

Non è probabile che i Russi raggiun– gano la quantità e la percentuale !!'au– menti previsti in questo specchietto. Sia– mo abituati ai piani mirifici russi fatti per suscitare correnti d'adesioni popolari. Dalla fine della guerra ad oggi l'economia russa ha progredito in tutti i settori, a un ritmo medio del 25o/, in quindici anni, ciò ch'è mollo distante dalle percentuali del 100% e pure del 200¾ previste per dei periodi di cinque anni. Verosimilmen– te, anche questa volta, sarà Ja stessa co– sa. Ma se bisogna mettere in guardia 1•~ pinione contro quanti agitano Io spaurae– chio russo per fanatizzarla, negligere i fat– ti sarebbe criminale. La ragione indica che, per raggiungere il blocco atlantico (che progredisce ad un ritmo medio an– nuale del 5%), i russi, che partono da più basse quote (non progrediscono che dello 1,6% annuo), sono ancora, per un certo tempo, come la lumaca che corre dietro alla bicicletta. Da ·ciò si può concludere che, in materia nucleare, gli Stati Uniti, per forza di cose, devono facilmente con– quistare e conservare il loro vantaggio sulla Russia. Fin dall'inizio Krusccv era convinto di ciò. Le 1esi dell'economista sovietico Var. ga, che per molto tempo ha simulato a· bilmcntc di prendere sul scrio, non era– no che della propaganda destinata alle masse non avvertite. Per molto tempo, d'allronde, questo «bluff,. è riuscito. L'e– lemento sul quale .si basava Kruscev, era la convinzione che sarebbe riuscito a sca. tenare nel campo occidentale un movi– mento di opinione assai importante, per impedire lo svilupparsi delle armi nuclea– ri, ciò che gli avrebbe permesso di con– servare il vantaggio sugli Stati Uniti, per. chè, in materia d'armi classiche, come pu– re strategiche, Ja Russia ha un vantaggio considerevole .sugli Stati Uniti: jn questa prospettiva - il rapporto di Fechteller lo 246 h:i stabilito - un'invasione dell'Europa da parte delle truppe russe, impossibile ad ostacolare, era di natura tale da mo– dificare, molto rapidamente in suo favo- 1·e, il rapporto delle forze sul piano eco– nomico e, per conscgucn1.a, sul piano nu– cleare. Questa corrente d'opinione Kru– sccv non riuscl a crearla: da una parte i dirigenti del mondo occidentale riusci– rono ad impedire l'impresa, coltivando abilmente la paura del bolscevismo e, d'al tra parte {salvo il rispetto che loro si deve, a gente come lord Russe!, che era alla testa del movimento) Jc manifesta• :doni antiatomiche erano condannate al– l'insuccesso dal momento che esse veni– vano organizzate da\'anti i ministeri del– la difesa inglese, francese, tedesca, itaJia. na o americana, contro le esperienze nu• clcari di questi ultimi, ma mai davanti alle ambasciate sovietiche contro le espe– rienze russe, ciò che dava loro un carat– tere di parzialità, evidente agli occhi di molti. Che Kruscev sia giunto a convincersi dello ,scacco della su:i impresa cd a cam– biare d'orientamento, non c'è dunque mii– la di straordinario. L"l sola disgrazia è che se il tono e il co,uenuto dei discorsi di Kn1scev hanno cambiato, il tono e il contenuto di quelli di Kennedy, inebriato dal suo successo a Cuba, sono rimasti gli stessi: la ferma Politica può, cento volte di $Cguito, non significare la guerra e, alla cento e una ,,01ta, renderla inevitabile. In merito, la esperienza dell'ultima guerra mondiale non è che troppo dolorosamcn1e istrutti• ,,a. Un'altra disgrazia è che non si sa mai quando Ja politica di fermezza rende la guerra inevitabile cd è perciò che, per principio, rifiutandoci di giocare col fuo– co, la rigettiamo. sistematicamente in tul– le sue manifestazioni.

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