Volontà - anno XVI - n.4 - aprile 1963
contrnsti sono quelli che nascono dalla loro concorrenza. Con una maggioranza elettorale emancipata dai pregiudizi cleri– cali e decisamente antipadronale, l'Italia rimane sempre più immobi– lizzata dalla volontà di potenza dei preti e dei padroni e le scelte poli– tiche che si sottopongono oggi agli elellori non sono che i termini del– la loro baruffa in famiglia. Clero e padronato sono i due grossi macigni che schiacciano il po– polo italiano e ne comprimono il diritto alla vita e nessun progresso può essere operato in Italia senza rimuovere il loro peso dalla società. Contro il padronato e lo strapotere di alcuni suoi gruppi si fa molta demagogia, ma contro lo strapotere clericale non si osa pronun– ciare parola. Su questo problema che soffoca la vita italiana v'è un silenzio nauseante - ed ancor più nauseante è sentir parlare di argo– menti che scollano di prepotenza clericale ignorandola con disinvol– tura .. Abbiamo sentito illustri uomini politici parlare con grande eru– dizione della scuola, della sua riorganizzazione e riforma, del suo svi– luppo come cardine dello sviluppo sociale, senza una punta di preoc– cupazione per l'ostacolo numero uno che si oppone allo sviluppo della scuola italiana: il dominio ecclesiastico. Come si può affidare un pro– gramma di sviluppo scolastico proprio a coloro che hanno mortificato e continuano a mortificare la scuola italiana? Che ne promuovono la disorganizzazione in favore dell'organizzatissima scuola confessionale? Che ne abbassano la cultura sotto le forche caudine del ritorno teolo– gico e del più oscuro feudalesimo? Allo stesso modo sentiamo invocazioni appassionate alla libertà, ma ci accorgiamo che sono pronunciate camminando a braccetto dei preti. Come si può garantire la libertà a/fidandola a coloro che la so/fo– ~ano?Un sincero assertore della liberlà, oggi in Italia, non può esimersi dal ribellarsi decisamente all'invadenza clericale, respingerla entro cer– ti limiti che ha già purtroppo valicato - e condizionare a tali limiti una eventuale collaborazione politica, se proprio la si ritiene necessa– ria. Proprio in questi mesi un successo editoriale ha denunciato al pub– blico italiano un altro delitto contro il pensiero commesso dalla Chiesa; è un delitto consumato in casa, contro un gesuita - Teilhard t/e Chardin - il gesuita proibito. Un pensatore elevato ed originale fra i più interessanti della nostra. epoca, al quale il dogma religioso non ha impedito di vedere la verità. Ma la Chiesa gli ha impedito con 195
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