Volontà - anno XVI - n.4 - aprile 1963

Grosz censurato DOPO LE NOTE vicende ccnsoriali relative al sequestro di opere d'alto ri– lievo cinematografico come « Vlrldlana,. e • Ape Regina », la foga dei tutori della nostra «moralità• sembra essersi ~postata nell'area letteraria - con il seque– stro del libro edito da Giulio Einaudi: « Canti della nuova resistenza spagnola • - arrivando fino allo «sproloquio,. anticulturale del ritiro del catalogo della mostra dei disegni di Georges Grosz a Roma. L'esposizione, che ha visto il suo corso alla Galleria romana l'• Obelisco», è forse l'avvenimento più probante ,slel– la negazione culturale cui propendono certe sfere dirigenti della nostra Repub– blica e il sequestro stesso assume un aspetto di riprova (non tanto di scarsa sensibilità artistica, poichè i compiti dell'arte hanno sempre visto negli uomini di governo il loro naturale avversario), del falso costume imperante in Italia, una vol1a di più ancorato a schemi borbonici. Naturalmente il pretesto non è mancato, trovandosi subito appiglio in alcuni disegni, riprodotti sullo stesso ca– talogo, considerati di natura immorale. In effetti le cosiddette • macchiette umo– ristiche•• così come le ha definite impropriamente l'ordinatore del sequestro, al- 1ro non erano che ligure messe a nudo, secondo l'abituale linguaggio espressioni. stico di Grosz, e gettate nel bel mc;,..zodelle strade. e qui che l'accento dei no– stri moralisti si è fatto ovviamente più crudo poichè essi stessi si sono trovati investiti, non tanto dalla caricatura fine a sè stessa che Grosz ha sempre ripu– diato, quanto dal contesto aggressivo contro il malcostume sociale, l'ipocrisia. i tabù sessuali che erano, per l'artista tedesco, la materia prima della trattazione. L'opera di Georges Grosz ha evidentemente toccato ancora una volta la su– scettibilità e la veste autoritaria dei nostri benpensanti. Egli infatti è stato, per oltre un ventennio, il demolitore più crudo del militarismo tedesco e di tutte le stridenti contraddizioni di quella società in declino. ivi compreso il periodo del– l'esilio in America avvenuto nel 1932-33,epoca in cui Hitler costrinse all'espatrio tutto il corpo più qualificato dell'espressionismo operante in Germania. La sua feroce satira, il suo « No• assoluto al mondo borghese e alla classe di• rigente sono stati, fin dall'epoca della prima guer-ra mondiale, la materia domi– nante del suo tagliente disegno. In questo senso il pronunciamento sempre vivo e operante per la libertà del popolo tedesco ha fatto di Grosz l'uomo dall'azione anarchica e decisamente protestataria sia nell'ambito individualistico come an– che in posizione di gruppo • Dadà », cui egli partecipò attivamente fin dal 1918 assieme ai maggiori artisti europei. Di Grosz in ftalia conoscevamo pochissimo e la recente mostra non ha certo colmato questa lacuna, poichè anche nell'ambito dell'editoria libraria, esiste pur~ troppo il vuoto assoluto. In questo senso, l'eviden;,,a dei fatti ci autorizz~ a pen– sare a quelle che sono le difficoltà cui vanno incontro il più delle volte i nostri editori, rinunciando talvolta a quel minimo di coraggio circa la pubblicazione di libri di una certa audacia e di vero interesse per la cultura tutta. G. BARTOL, 239

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