Volontà - anno XVI - n.4 - aprile 1963

vita. Non presterà il valore poetico solamente ai fiori, al cielo, alla beneamata - ma anche alle macchine, alla città, al lavoratore, al pcns;ltore -, pcrchè essa arri,•crà ad essere solidale con le idee e le necessità considerate, • volgari •· Le astrazioni filosofi– che, le concezioni scientifiche, le rivendicazioni sociali, le comunioni universali saranno surricordatc in forme poetiche impreviste e, in questo modo, le emozioni estetiche, gli impulsi crea/ori saranno più inlensi e lucidi. Senza dubbio, non formuliamo questi pensieri senza conoscere le manifestazioni poetiche degli uitimi tempi: sono già molti questi poeti dell'uomo e della viw che confermano, con le loro opere queste speranze. La epopea, che morì con Omero; i gran– di poemi delle epoche storiche, delle razze, delle religioni e delle rivoluzioni - che rare volte ebbero i loro Dante - crediamo che troveranno in quest'epoca non soltanto i quadri grandiosi e gli clementi propri, ma anche la vitalità con la quale debbono esse– re incoraggiati. Perché tutti siamo stati oppressi dall'atmosfera ardente della guerra: tutte le classi sociali, tutte le morali e religioni, tutte le arti e scienze, tutte le indi– vidualità e nazioni - l'umanità intera passò attraverso l'inferno dei disastri. della paz. zia sanguinaria, perché meriti un rinascimento. E .-illora verranno alcuni - questi po. chi indi,•idui chiaroveggenti, per parlare in nome di milioni di muti -, verranno que– sti eletti per incorporare, nel loro essere esemplare, la umana divinità, tragica cd im– petuosa malgrado tutto (1) . ... Se abbracciamo adesso con uno sguardo circolare questi as1>et1i della vila che Si S\•iluppano fuori di noi, nel \'asto mon<lo, ma che affondano da ora le loro radici anche in noi, comprenderemo infine la guerra, senz.1 giustificarfa - dunque -, o accellarla nei minimi particolari. Le sue indicibili stragi e sofferenze, tutti i suoi terrori, le sue furie, i suoi morti e le sue ro,,ine ci appaiono come il prezzo - che, ciononoslante, non ha alcuna mi– surn - di quesla rinnovazione, di questa resurrezione unanime. Cenamcnte, questo mondo nuovo sarebbe apparso in un modo normale, auraverso mezzi pacifici, in tran– sizioni più lente, forse, dopo molle vacillazioni nonchè lotte difficili, però accettabili, perché sarebbero state portale con le .:irmi vive del pensiero attivo e creatore. Essa, la guerra, ha accelerato - doveva imprimere e nccclerare - questa rinnova– zione. Come un fulmine che spacca la roccia, lasciando sorgere finalmente il getto d'acqua calda dalle profondità .!:Conosciute della terra, cosi sorse, mediante il diru– pamento della guerra, pura e scintillante verso il sole della liberazione, la nostra umanità che si dibaueva incatenata, ir. un mondo nel quale l'ingiustizia, l'ignoranza e il crimine domina,•ano innumerevoli e'SiSlenze: agli esseri umani, mediante i quali la natura 1rovò la sua più alta espressione e che può inoltrarsi verso altre tappe di perfezionamento, tuttavia imprevedibili! EUGE:-1RELGI;) (Trad. G. Mancuso) (I) Precisk1mo che l'edizione originale di questo sagg:io \'enne put>bHcata alla fine della prima guerra mondiale. Certi critici hanno confutato allora queste previsioni concernenti la kue. ratura, e, sopraltutto, la nO\'Clla analitica delta • vila in1eriore •· La psicosi bcllka continuava nelle sue stragi sulla mentalità delle gio\-ani generazioni: è l'epoca dell'azione - si dice,·a - è la grande avventura della forza \·erso le conquiste materiali, a stento simulate da \"Crbosilà idealistiche o spi• rituali. E'. più csa.namente, l'epoca dei fanatismi nazionali e razzisti; dell'orgoglio e dell'odio. 13 carriera \'erso il Po1erc autocratico o 101alilario, che finalmente arrivò alla catastrofe della :seconda guerra mondiale. Ogii, qu3ran1·anni dopo 3\"cr scrillo questo sa.ggio, constalo che 13 questione è sempre I:, stessa.; che si presenta qua,i nella stessa manie.-:'!. Con gli stessi eccessi d'una • idcologi:i • della violcnui, dell'awcntura, dell'esito politico, palpabile e immedia1O. Ma anche con le stesse reazioni della libtra coscienzn, dcll'in1elligcnz.1 che non dimentica il suo primo do\·erc: quello di s3Jv3re l'uomo, um3niu.andolo. Le prove sono innumem-oli. Basta citare un solo esempio, limitandoci all11 questione della leueratura di domani e di una delle sue manifesta1.ioni essenriali. 234

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