Volontà - anno XVI - n.4 - aprile 1963
sprcssioni verbali. ingannevoli o chimere materializzale, bensì positi\'e e chiare realtà che si affermC'ranno in ognuno degli uomini. Anche il saggio sarà fruuifero. E' la forma più SJ)Onlanea, più dircua, Potremmo dire: più organica, attraverso la quale possono estrinsecarsi lo spirito e la coscienza di questa epoca. Grazie ad esso si concretano i grandi interrogativi dell'esistenza, le at1i1udini davanti a tanti segreti e grandiose realtà, le comunioni degli individui e raggruppamenti sociali. JI saggio è la forma media fra la scienza e filosofia pure e la vita; fra questa, con tutte le sue esigtmzc, e la morale, le leggi e valori pratici. (Per dare solamen1e un esempio: i saggi di Montaigne cd Emerson sono valevoli ancora ai nostri giorni). Il saggio è una sintesi mediante la quale si e, 1 idenzia la cultura genera– le. Le idee possono essere espresse in un modo astratto, secondo la logica fredda della r:igionc, ma anche col calore clell'atmosfcra spirituale nella quale sono avvolte. Il sapil-nle come il no\'ellista debbono coltivare il saggio per penetrare più profon. damcnle nella moltiludinc, aiutandola ad approssimarsi alle elevate rcaioni del pensie– ro e del sentimento, senza alienarla dal fecondo mondo del lavoro, che: deve essere una libera creazione dello spirito, nrmonizzata con le necessità biolog:iche e sociali. Posto che tutti sentiamo in un certo modo quest'epoca tragica nella quale la co– scienza individuale e l'anima collettiva si fondono come in una incandcscen~ generale, ~ facile prevedere anche uno sviluppo più ampio del reatro, il quale dovrà esprimere le nzioni cosi intense e complesse della socie1à moderna. L'analisi della novella (preferita dal lettore che desidera conoscere se stesso o riconoscersi in altri) può essere varia, per lo spe11.i1orc, mcdiantè la estrinsecazione specifica del teatro: per il concatenamento dei falli che hanno la virtù di svegliare nello spc11a1ore il suo fondo animico e intellettuale. L'nzione di queste produzioni sono come le pressioni sul bottone cleurico che interrompe, agita e diffonde, dallo scenario verso la sala, gli effluvi della vita interiore. E', quindi, discutibile se questo procedimento di suggestione può essere più adeguato unicamente per le generazioni della guerra. Però non vogliamo pcne1rnre troppo nell'awenirc. Crediamo che, attra– ,·erso simili processi drammarici, le moltitudini ~ranno più susceuibili anche per le opere nelle quali le idee èd i sentimenti collettivi siano ~imbolizzati o incorporali in destini individuali. In queslo senso. il te.itro di lbsen non ci sembra in .ilcun modo antiquato. Per ciò che riguarda il e teatro del popolo», i concelli e le opere drammati– che di Romain Rolland potrebbero essere considerati attualmente come indizi prean– nunciatori dei grandi esiti di domani. E la poesia? Essa esperimenterà un profondo e definitivo cambiamento. Non lan– auirà in un mondo proprio; non sarà pili, fino a un certo punto, l'opera inaccessibile dei arandi isolati e sognatori passivi. Non si sentirà soddisfalla con un e materiale• immaginario, r.iftinato allra\'crso le finzioni e le allegorie; non si perderà negli intarsi, colori e giuochi rimoti: essa non abuserà più delle preziosità e altitudini forzate; non glorificherà soltanto la donna e il suo amore, appartandola dalla umanità. La poesia sarà auralla tuttavia dalle bellezze .manatrici, d:tlle aspirazioni supcrumane; essa ane– lerà alle eteree regioni, agli ideali assoluti. Ma scenderà frequentemente anche nel mondo terreno, cosi grandioso nella sua sofferem.a, cosi bello malgrado i suoi errori. Dovrà cantare i grandi ideali terreslri, di questa umanità sottomessa a tante tragiche prove. Essa sarà, in simil modo, sociale, come la novella, senza rinunciare al ,suo indi– ,,idualismo. E ritornerà ;:id esprimere la vita e la musicalità, aprirà a tutli un mondo più \'asto, più positivo e pili bello dei miraigi esteriori e le esaltazioni delle sterili immaginazioni. La !)OCSadovrà dare il diritto di entrala nel suo dominio a tutta la 233
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