Volontà - anno XVI - n.4 - aprile 1963
,·izi segreti. Elimin:i.re in ognuno di noi, i residui velenosi della esaltazione guer– iera. (l) Non possiamo terminare senza esaminare, per lo meno di passaggio, una opi– nione frequentemente espressa circa la letteratura di domani. Si crede che la lette– ratura e le altre arti tendano adesso verso il «giuoco •• più che verso lo sfor.to crea– tore; che offrano alle moltitudini diversioni facili, e che, d'allra parte, costituiscano per gli individui «evoluti,., manifestazioni raffintite, il lusso superficiale dello «spiri– to• che vuole sbarazzarsi dell'ossessione delle ro,•ine e dei cimiteri della guerra. Si crede, inoltre, che questo dc.sidcrio detentivo, questa fuga dì fronte allo sfori.O sarà tanto più e,•idente quanto la coazione e lo sforzo erano stati più duri, più schiaccian– ti durantt l'ultima guerra. Questa opinione pretende basarsi su una legge di psicologia .. Partendo da alcu– ni casi individuali (per esempio: se uno è in solvo doPo grandi pericoli, esperimenta una eccessiva allegria e si dimentica di tutto) si cerca di applicare questa «legge» di domini sociali ed etici, e di giustificare in questo modo il comportamento di tutte le colleui,,ità nazionali o cosmopQlite. Questa applicazione ci sembra troppo semplici– stica e forzata. La vita, la vera vita la sentiamo già in noi stessi e intorno a noi. Le sue realtà sono sempre presenti, mai smentite, e non ci perdonano nessuna dimenticanza: nes• sunn nstuzia o codnrdin. E la letteratura non può che « registrare,. il polso del suo tempo. Non abbiamo visto tutta\•ia le opere r.he Possano giustificnrc lo sccuicismo dei falsi epicurei, il divertimento fatuo, depravato, il giuoco che non è più che un :>assatempo per gli annoiati. Contrariamente, apparirono, ancora durante le guerra, wfficienti testimonianze di !clteratura e arte, nel suo «sentito• universale. Non mancherà, senza dubbio, la letteratura che diverte, che paciffica le crisi drammatiche della coscienza, che «giuoca • un poco e ce,·ca un incanto più sollile. Fiorirà anche questa le11eratura della sana allegria (ciò che non è lo stesso dello «u• more• artificiale, risullato di stupidi giuochi dì parole o di situazioni scabrose), un'allegria dell'ottimismo, spontaneo o bizzoso. Una letteratura di riso sincero, span– tanco, tonico, vivificante. Un riso con lacrime o fra le lacrime. Poichè questa letteratura sarà come schiu– ma delicat.:i, florida e scintillante delle onde tempestose. E dovrà esprimere le real- (I) In queste pagine :tbbiamo alluso a C<lloroche cercano di spiegare la guerra come un rc– nomcno patologico della vita C<lllctti\'a, Ci sembra opportuno ci1are Ch. L:llo, lo stesso autore che descrh·c come si manifesta il regresso allo s1ato normale, quantunque questa analogia può essere alquanto arbilraria o meglio, comod:l. • Terminata la guerra, ossia. quando i prodoui di questa in1ossicazionc collettiva sono siad eliminati dall'organ:smo sociale, la coscienta collcui\,a ritorna allo stato di prima. E· spaventata dal proprio delirio e, non po1cndo capire il suo stato anteriore. \'llOle spiegarli, frettolosamente, come fenomeni di ispir!\zione supcrumana; la guerra non è, per caso, d'esscn1,a mistica e • divini– là • come l'epilessia considerat:i in altri u:mpi • un male divino•. o come cerli deliri in1erprc1a1i dagli esaltati della fede quale una spede di • possessione•· D'altra pa11e, la coscicn~ colletti,,a ricupera • una scnsibililà •· una lntclllgenta, un'atth•it/1 normale: propende nuo,·amente ,·erso il m1> raie, il bello e il ,·ero: tre valori s1ranamente alterati prima, nel loro spiri1O. posto che la as1uzia e l'omicidio :arri,•arono :ad essere do1:eri. e la verità era C <lnsidcr.ua come errore se si tro,•ava nella s1rada di una idea fiss:a. • Le opere maestre erano mere monete di cambio, o meglio, servi\'ano ai militari come pun1O di mira. Questo dcprcz:r_amentodi tuui i valori succede in quasi tutte le guerre. quantunque a gradi molto diversi. E.' un peccato contro lo spirito, pecrato che l'umani1à non avrebbe perdonato mal ad un popolo se non fosse s1ata l'espressione di una crisi ano""ale contro la quale potremmo sfonarci soltanto per pre,·enire le sue recidive•· 231
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