Volontà - anno XVI - n.4 - aprile 1963

(4 • comitma dal "· 3) La letteratura, l'arte e la guerra L'AUTE E LA GUEnnA • I VALOnI MOUALI CoNSIDERIAMO ADESSO In Jcttcrntura di guerra, - alla quale possiamo aggiun– gere la pittura, la scultura, il tea1ro, il cinema e la musica di guerra - dal punto di vista dell'arte, del suo valore estetico. E' solo un tentath·o, perch~ non troviamo una base ferma per un dibattito su questo problema, se non voaliamo trattarlo tan– genzialmente o gìocare coi paradossi. Non possiamo •discutere•• nè quando un pensatore, socioloao ed 3rliSla come Ruskin, il quale afferma bruscamente che •la guerra t il fondo di qualsiasi arte ma– gna•: o che • l'arte t quasi sempre vincolata atle ma11ifestat.ic11idella forza• e che i suoi temi preferiti, sono ogni specie <li lotta, le fantasie dei priticìpi, le leggende degli eroi• (Sorel): o quando si afferma che la musica •è l'arte dei popoli soggiogati e favorisce i despot1's111i • (Laprade): o che • L'aristocrazia eserci– ta la sua i,1fluenz.a sr1ll'arte specialmente nella sua qualità di polet1z.a economica .. (L..110). Si può 1rovare, in queste opinioni, un granello di verità ma da un punto di vista molto ristretto e, sopratutto, 3ttravcrso certe illusioni piuttos10 diale11ichc. La nostra convinzione è che l'arte e lo guerra costituiscono due rcallà dis1intr– scnzo una normale correlazione, poMo che hanno le· Joro leggi e manifestazioni asso– lutamente opposte. Se l'arte - quella che definiamo qui - a\'essc avuto una qualche inrluenza buona sulla mentalità bellica, allora non possiamo spieaarci in nessun m~ do pcrchè - a misura che l'arte si elevava dn una vetta all'altra, dalla bellezza del– le forme nn1urali alla bellezza che es1rinscca le in1imi1à spirituali più raffinate P complesse; a misura che t.i sviluppano le sue espressioni, allorniando l'uomo col suo mondo di creazioni idealiz7..atecd esaltando in esso gli aneliti e comunioni univcrs8 1' - fo guerra •progrediva• pure nei suoi mezzi e fini, ma inversamente ai mezzi e fini dell'ar1c, Possiamo dire solamente che i culmini creatori dell'arte coincidono, cioè, si manifestano quasi simullaneamen1e con i culmini disastrosi della guerra. Nè possiomo riconoscere una buona innuenza della guerra sull'arte. Per quonto abbon– lanti ci sembrino le produzioni arcistichc in letterntura, teatro, pittura, scultura, mu• ~ica ccc...., dopo una guerra, non possiomo considerarle come effetti diretti, inerenti, !ella guerra s1essa. Salvo i suoi temi, non troviamo in queste produzioni un quolco– a che possa comprovare che la guena abbia contribuito con lo spieaamento delle ~ue forLe, coi suoi terrori e I.! sue • rivelazioni mistiche. al proarcsso dell'arte. La lil'.uerranon adegua all'arte una tecnica superiore: non inculca agli artisti grandi can– celli e visioni crcalrici; non fomenrn queste ospirazioni \'ef'SO la maestria formale e le conquiste supermateriali, nè pensieri che abbraccino le armonie universnli. 11L'Ar– tc • che sor1:c dopo una guerra è, di fatto, l'espressione alterala, prolissa, simulota oppure idealizzata cl'una realtà divisa da un abisso della ,,era arte, dei veri disegni della umanità. Come la letteratura di guerra che usa ed abusa delle parole genuinamente uma– ne, falsificando il loro senso, le altre manifestazioni ar1is1iche che ostcniano temi in 225

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