Volontà - anno XVI - n.4 - aprile 1963

lista e molto meno comunista, ma sem– plicemente rivoluzione econonùca per la produzione in abbondanza •. I gruppi, diversi da quello di Castro - scrive ancora Brunori - • a secon– da delle condizioni e disposizioni indi· viduali, hanno costituito !a folla dei malcontenti •. di cui circa 75.000 si so– no recati a Miami, in esilio volontario ed • altri sono rimasti nell'isola a fare opera di sabotaggio in accorcio con i compagni libertari sindacalisti, recatisi anche essi volontariamente a Miami •. • Questi sovversivi libertari - conclu– de Brunori - costituiscono il fermen– to segreto (underground) della contro• rivoluzione •· Una prima osservazione da fare al– l'articolista e che balza evidente a chi, anche se non da presso, ha seguito gli sviluppi della involuzione del gruppo castris1a, è la seguent~: Se quelli che Brunori chiama sovversivi libertari a– vessero costituito realmente il fermen– to segreto della controrivoluzione, co– me si spiegano le detenzioni, le pcrse– ~uzioni, le condanne a morte di mili· tanti libcrtMi ancor prima del tentati– vo di sbarco a Cuba? Quel fermento segreto che Bruno1i qualifica come con– trorivoluzionario, spiegato immediata– mente dopo la caduta di Batista, evi– dentemente non dovette essere nè se– greto (diversamente sai-ebbe stato dif• fìcile, se non impassibile, a Castro in– dividuarne i centri focali), nè contro– rivoluzionario se non nel senso in cui questa aggettivazione è stata affibbiata a quanti vogliono che la rivoluzione a \'anzi (ricordi Brunori, i «falsi• stori– grafici dei sovietici a propasito dei .. machnovisti •, dei • kronstadtiani », dei sostenitori dei «soviet•, etc.). Più correttamente, invero, si deve parlare di un militantismo libertario che co– stituisce, ancora attualmente, un chia– ro fermento perchè la rivoluzione cu– bana prosegua il suo corso, cioè rivo– luzionarìamente. Nè il Brunori, malgrado i riferimenti al New York Tlmes od agli interpolati fascicoli di Wlews and Comments, rie– sce a scalfire minimamente il movimen– to anarchico cubano, allorchè parla del Fronte Democratico Rivoluzionario, composto dei malcontenti appartenenti a diversi partiti ed anche da elementi libertari i quali - si badi bene - • e– rano di opinioni diverse per quel che concerneva la qualità di programma da applicare in una ricostruzione ben ac– cetta at po110l0 di Cuba (corsivo no– stro)"'· Non bisogna dimenticare che quei malcontenti, autoesiliatisi ( ?) a Miami, avevano pur combattuto insieme sino all'abbattimento del regime batistiano e che, nel desiderio di portare avanti la rivoluzione appena iniziata, almeno buona parte di essi, tentasse di ferma– re la marcia involutiva del gruppo ca– strista: nulla di male se tentarono di formare un fronte unico. Il male fu nel fat[Q che le opinioni politiche, diverse sino a quel momento, furono poi livel– late dalla C.I.A. (Centrai lntelligencc Agency) e che, trascurandosi • il mo– vimento sociale e politico che interessa– va al popolo Cubano •, si fosse preferita una soluzione esclusivamente militare. Ma, quale fu, in definitiva, l'atteggia– mento degli anarchici cubani in esilio? Di fronte all'accantonamento della questione sociale cubana, rinunziaro– no o non al fronte anticastrista, tanto che nessun libertario sindacalista ebbe a marciare contro Cuba? E questa è una realtà che non è possibile smenti- 223

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