Volontà - anno XVI - n.4 - aprile 1963
Per Hegel, l'universo è un • sistema • in cui, attraverso un continuo proces– so cli contraddizioni e cli conflitti, debbono correre rapporti • necessari• tra la natura e lo spirito, in cui leggi fisse debbono reggere le relazioni tra le cose, in cui non esiste il • casuale•· E giacchè l'universo è un sistema, esso deve conte– nere l'uno e il molteplice, il finito e l'infinito, la natura e lo spirito, le cui rela– zioni non possono che essere sistematiche, ossia assolute. Dire sistema equivale a dire rapporti costanti, della stessa natura (• l'id e a di soci a I i t à è un'idea assoluta, nel senso che i rapporti sociali sono permanenti ed imperituri, perchè non è possibile concepire l'uomo fuori della vita sociale»), cosl come significa dire che i termini del rapporto non possono essere spezzati, frazionati od isolati. La filosofia hegeliana ha dimostrato - scrive il Samo - • che il molteplice non è mutabiJe a segno da non contenere in sè un • quid• d'immutabile, e, all'inver– so, l'Assoluto non è un termine fisso, e, per dir così, cristallizzato, da non po– tersi muovere nella sua srera •, sicchè solo se • il finito è immobile nella sua mutabilità e l'infinito è mutabile nella sua immutabilità » si possono verificare i rapporti tra finito ed infinito, tra molteplice cd assoluto. Come la rosa che, nella sua forma finale, appare diversa dal primo seme in– trodotto nella terra e diversa ancora dalle fasi successive di sviluppo, così l'uo– mo è soggetto alla medesima legge: prima bambino, poi fanciullo, poi giovane, adulto, vecchio. In questi esempi è chiara la trasformazione, la quale però non è caotica, continua o casuale, bensì determinata e concreta: il seme della rosa, qualunque siano le evoluzioni dei diversi momenti, avrà come termine finale il fiore dello stesso nome e non quello di un fiore di diversa specie: • la sua real– tà risponde alla sua idea •. L'evoluzione non può, dunque, che essere • una ne– cessaria realtà, un momento dclJ'idca, e come tale non può uscire dai confini dell'idea, a cui deve rispondere in tulio e per tutto•· Se ci si riferisce all'idea d'un • ordinamento sociale», essa è, per sè stessa, un'idea assoluta e concrei a; deve avere, per sè cd in sè stessa, delle evoluzioni che sono • capricciose od arbitrarie, ma devono corrispondere al contenuto ciel– l'idea e formare parte sostanziale di essa»; si possono determinare • a j)riori • sia il momento di cui l'ordinamento fa parte, sia il momento a cui l'ordinamento dovrà necessariamente penrenire. Si è così giunti al •clou• dell'impostazione! Quali sono gli clementi essenziali dell'idea d'un ordinamento sociale? l'• indi– vidualità» e la •socialità»: termini entrambi necessari e congiunti, che, però, 212
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