Volontà - anno XVI - n.4 - aprile 1963

E' un esordio palesemente teoretico che lascia già travedere il fascinoso allettamento di un'indagine volta a chiarire quali siano • i rapporti tra l'anarchia e le diverse forme politiche che trovano riscontro nella storia». Infatti j.l Sarno, subito, si pone i seguenti interrogativi: 1) - E' l'anarchia una forma politica secondo ragione? 2) - Se essa è una forma politica in qual modo la possibilità ideaJe passa nella sfora della realtà o della storia? Dopo di che, l'autore, procede nell'analisi del sistema hegeliano e più parti· colarmentc si sofferma sulla teoria dell'universo come sistema. Seguiamolo un po' più da vicino. Del primo interrogativo, che deve superare • la contraddizione che involge in sè stesso il concetto d'anarchia•, sarebbe possibile liberarsene facilmente - scri– ve il Samo - sol che si applicasse il medesimo procedimento logico che adopera la cosidetta scuola evoluzionistica. Come Danvin fa derivare l'uomo dalla scim– mia attraverso • la selezione naturale, senza spiegare nè che sia nè in che consi• sta questa selezione naturale•• allo stesso modo, tra le differenti forme politiche, si potrebbe ricavare quella dell'• Anarchia », in quanto non vi sarebbe alcuna specifica ragione del principio e della fine delle cose. Infatti, nel regno animale, donde incomincia la selezione? Dove andrà a finire? Nessuno lo sa e, quindi, vi sarebbe il caos, allo stesso modo della forma politica dell'anarchia: t1 l'anarchia sarebbe nell'ordine politico ciò che il caos b nelle scienza. L'una e l'altro mettono capo nell'indeterminato e perciò nell'arbitrario•· Scartata, pertanto, l'applicazione del procedimento logico deUa scuola evo– luzionistica, come quella che non possiede t1 alcun principio dal quale parta nè il fine a cui dovrà pervenire•• il Samo si rivolse alla filoso6a begeliana dell'Asso– luto, cosciente perfettamente che, sostenendo 1't1 Anarchia» contro lo Stato, in nome appunto della filosofia hegeliana, significava « combattere colle armi del grande pensatore quelle illazioni che furono il prodotto di lunghi studi e del genio straordinario ». Il Sarno, cioè, allo stesso modo, anche se con differente intento, dei seguaci non ortodossi della filosofia hegeliana, bene aveva percepito come t1 nonostante gli sforzi compiuli da Hegel per stabilire un durevole com– promesso tra il suo sistema tendenzialmente reazionario e la sua concezione or– ganica e dialettica dello sviluppo del mondo, 1ale compromesso non poteva esse– re che precario e momentaneo• (3). (l) Au&tJSICCornu, Mar.t e Engcls dal llbcnallsino •I comunismo, Fcltrinclli, Mi13no 191'12. pag. 151. 211

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