Volontà - anno XVI - n.4 - aprile 1963

.avevano la possibilità di far uscire dalle proprie zecche, e in pochi giorni, cen– tinaia di lenzuola di carta moneta, avevano certamente altri sistemi per far ritornare alla svelta nelle proprie casse i sonanti ducati d'argento, ed anche le meno splendenti monete di rame dei poveri ... Il gioco della moneta ha ben altre risorse; ed anche nelle epoche d'infla– zione aiuta sempre il potere dello Stato: una catastrofe finanziaria non di· strugge affatto la sostanza del principio d'autorità. Al più potrà operare un « cambio della guardia»: il popolo pagherà poi per tutti. Anali7..ziamo,per quanto è possibile farlo in un breve articolo, il ruolo e la sostanza che la moneta detiene nel mondo moderno. Il sistema statale di garantire la moneta cartacea circolante con una riser– va adeguata di lingotti d'oro, ha perduto alquanto l'importanza che aveva sino allo scoppio della seconda guerra mondiale. Il bollettino finanziario delle han• che di emissione, ove si esponeva settimanalmente la quantità della carta mo– neta in circolazione e la rispettiva riserva aurea, appare raramente nei giorna– li quotidiani (in Italia, più del tutto, dalla fine della guerra). E' certo divenuto un affare riservato alle sole banche; e forse nemmeno a queste, salvo al solo istituto di emissione. Nella vita pratica, invece, il lavoratore accorto intuisce qualcosa quando, nell'aprire la busta paga, scorge, con una certa frequenza, bi– blietti di banca nuovissimi, senza la minima grinza; anzi talvolta coi numeri delle serie consecutivi, vale a dire appena sciolti dai pacchi sformati dalla zecca. Qualche banchiere potrebbe farci osservare che si tratta della normale e pe– riodica sostituzione delle banconote deteriorate che vengono ritirate dalla circola. zione. Può darsi, ma non ci crediamo troppo; anche per il fatto che i deficit di quasi tutti gli Stati sono cronici in permanenza. Il fatto è che, purtroppo, lo Stato, pur essendo in permanente dissesto finanziario, non chiude mai bottega, vale a dire non cessa di esistere una buona volta per sempre; ciò che invece non accade ai negozianti, più o meno onesti, i quali, talvolta, possono essere co– si retti a riprendere un lavoro manuale qualsiasi, se gli affari vanno male. Lo Stato, riguardo alla dinamica dei propri bilanci, è un vero faci1ore di miracoli: raggiunge cifre astronomiche di debito pubblico senza mai andare in rovina completa, come sarebbe sicuro destino di una famiglia lavoratrice oberata dai debiti. Il denaro, per avere una razionale giustificazione, dovrebbe sempre essere garantito dal lavoro e da tutto il benessere collettivo; e non che esso sia inve– ce l'àrbitro e il dominatore incontrastato delle fatiche umane. Un particolare tentativo di abolire il sostegno àureo delle banconote in cir• colazione, cioè di garantire la carta moneta esclusivamente sulle possibilità del lavoro nazionale, fu compiuto per la prima volta d311aGermania sconfitta nella prima guerra mondiale; dopo la sua famosa e colossale inflazione monetaria, e dopo che fu costretta a cedere le sue riserve àuree ai vincitori. Il fatto sorprese alquanto i classici economisti del vecchio e del nuovo mon– do; ma, in fondo, fu una specie d.i lezione, per cosl dire, salutare; anche se non menomava il senso e la sostanza del capitalismo (in quanto il plus--valorc di tut– to il lavoro nazionale veniva sempre assorbito dalla classe dominante). Data ap– punto da quell'epoca la più o meno rapida indifferenza verso il nobile metallo - l'oro - concepito come espressione di ricchezza assoluta e quindi insosti• tuibile. 204

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