Volontà - anno XVI - n.3 - marzo 1963

Ma il loro silenzio si ode meglio, perchè parla dentro i cuori ripercuotendosi nelle coscienze Gli uomini silenziosi! Non li dimentichiamo! Il poter star zitti, mentre la guerra continua nelle sue infernali sfrenatezze, è più fermo e degno di tutti i compromessi, obbedienze e conversioni elogiate dalla chimerica « opinione pubblica 1> ossia, dagli ec• celsi, da coloro che arringano per una patria militarizzata. La sofferenza tempra i taciturni. Oh, la sofferenza di coloro che possono salvare così la propria umanità! E' immensa, giacchè abbraccia il dolore di tutti; è inapprcz• zabile, perchè per questo si nobilitano le energie vitali, sparse vanamente nei campi della carneficina. In questo patimento si accumulano le buone riserve, le fonti balsa• miche della guarigione e della vittoria pacifica. E queste pagine ci ricordano la grande, imperitura letteratura di prima della guerra. Risvegliano reminescenze delle lettere d'altri tempi, nella feconda quiete del focolare, dell'officina, del campo, di questa lotta della vita che si vuole migliorare e superarsi. E ci ricordiamo dei geni che segnalano alla umanità le buone mete; e dei libri che conservano le sapienze millenarie cldle razze. Ci ricordiamo degli Evan~eli nei qu:-ili l'uomo lasciò la testimonianza della propria divinità; delle Bibbie austere della co– scienza morale, del perseverante impegno per la giusti?ia; dei libri di demiurghi che s'elevarono nei mondi illimitati della metafisica o avanzarono segretamente nei domi– ni della sciem:.a, per aprire la strada, ferma fra le tentazioni e pericoli cli questo pia– neta incessantemente arricchito dalla tecnica e adornato dall'arte; dai quaderni della poesia sovrana, che avvolge l'universo nei miraggi, permanenti malgrado tutto, degli ideali; di tulle le opere dello spirito, consacrate al progresso umano cd all'armonia fra le necessità inevitabili e le libertà creatrici ... Ci ricordiamo anche di coloro che non abbandonarono questi libri della vita, trovando in essi conforto e forza per perseverare. Evochiamo i lettori che venerano questi sacri tesori dell'umanità. Li vediamo in ogni dove, in appartamenti arredati ed anche nelle trincee fangose, inclinati sulle lettere minute, e ascoltando la voce di Budda, Mosè, Gesù o Mahoma; di Socrate o Kant; di Shakespeare o Goethe; di Gior– dano Bruno o Pasteur; di Rousseau o Tolstoy; di Gandhi e molti altri. La voce del– la solidarietà lucida e volontaria, che vib.ra nel cuore e segnala le verità della ragione. Essi, le guide, alleviano i dolori, temprano le speranze degli uomini prostrali dalle fa– tahtà della natura e i disastri della guerra. E le poche pagine di coloro che vollero continuare nei giorni nostri le opere degli eletti, e i candidi frammenti - censurati - nella pletorica letteratura di guerra, ci appaiono come i fiori che germogliano fra le rovine e le paludi avvelenate. Queste pagine riscattano i peccati del nostro tempo, gli smarrimenti delle nazioni e Germania di Guglielmo Il troviamo, nella sua frenetica e orgogliosa leucratura di guerm, h!: testi• monianzc delle coscienze libere. Nominiamo il valoroso professor F. Jeorge Nicolai. autore dcli,. • Slologla della guerra», Alberi Einstein, Fr. W. Focrster, M. Harden, Karl Licbknecht; gli scrittori riunili nelle riviste • Fon1m • di W. Hcrzog e • Wellbu,ie,. di Karl von Ossictzky, cd alcuni circoli letterari, come quello di Stefan Gcorg, isolalo nel suo idealismo sereno o in co!llemp!azione passiva dell'attualità, nell'attesa della libertà d'azione. Aggiungiamo, per quanto concern:: i movimenti so– ciali e politici. le manifestazioni interna:tionali degli intellettuali che non si !asciarono ingiinnare d.1 una democrazia opportunista o turpemente imperialista. Quindi, l'azione JXICifista in paesi neu• trali (Svezia, Danimarca, Svizzcr:i) cd anche nell'Olanda e Belgio invase; e, in quasi tutti i paesi, J'effen•escenza, talvolta prorompente in rivoluzioni, del socialismo ('he - malgrado le smentite ag- 1rcssh'e dei re~imi totalitari - non s'era perso del tutto nel caos de!le iuerrc fra classi e fra popoli. 186

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