Volontà - anno XVI - n.3 - marzo 1963
ma allora è meglio, ad esempio, lenta• re di guarire il raffreddore con una scodella di buon vino caldo, Non lo si guarisce lo stesso - in quanto probabilmente si tratla dì una invenzione di qualche astuto beone. il quale pensò di utilizzare il raffreddore secondo i propri gusti - ma almeno si può dimenticarlo per qualche ora. Il lettore perdoni la banale battuta; ma è chiaro che se un medico dovesse affermare che il migliore e il più eco– nomico dentifricio è quello di sp:iuo– lare i denti con un po' di bicarbonato di soda; che i raffreddori si tengono lonrnni abituandosi fin da bambini :id inalare giornalmente un po' di acqua saponata, od ancora che l:i cura più sicura per dimagrire è quella di man– giar poco e di camminare molto, oppu– re di fare una cura di pala e piccone per qualche mese, cavandosela a mez. zogiomo con un po' cli pane, formaggio e tutt'al più con un paio di bicchieri di vino, com'è destino giornaliero per tanti la,·orntori: affermando questo, di• ciamo, più che convincere farebbe sor– ridere. E il bello è che ora non si trat– ta di battute spiritose, ma di meni semplicissimi, anche se poco allettanti, i quali si sono dimostrati di qualche cfficacia e quindi non totalmente inu– tili come certi farmaci. L'osserva1ione di Howard che l'orga– nismo spesso riesce a guarire da solo « nonostante tulle le cure sbagliate•, ha tutta l'aria di essere un caustico paradosso, però fa riflettere su un al– tro fatlo impartante, e che in fondo si può considerare un concetto base del– la sH:ssa medicina: intendiamo rilevare il valore enorme che ha l'organismo umano come prtmo aiuto contro le ma- lattie. li prl.rno medJco è certamente il no– stro corpo; anzi per tante migliaia di anni fu i1 nostro solo medico; e se la rana umana, entro un ciclo impres– sionante di circa un milione d'anni, non è rimasta completamente decimata dalle malattie, questo lo dobbiamo cer– tamente alla meravigliosa resistenza del nostro organismo. Difotli lo stato di febbre è la prima reazione che l'or– ganismo oppane all'invadenza del ma• le, o per meglio dire il primo annuncio che l'organismo è in stato di combat– timento aperto; poichè anche quando si è in buona salute il nostro corpo è sem• pre in stato d'allarme e di difesa. Ba– sia pensare all'infinità di pulviscolo che respiriamo giornalmente; alla mirabile resistenza che il nostro oraanismo di• spiega per lunghi anni nel vortice gior– naliero del lavoro, specie nei lavori pc· santi e pericolosi in genere; all'energia, per fortuna in buona parte pasitiva, che il nostro sistema ner\'OSO conser– va anche nel corso di una vita freneti• ca; all'efficace rcsisten1..a, almeno fi– no ad un certo limite, che l'organismo oppone al logorio causato dai vizi o dai disordini alimentari; oppure. \'ÌC~– versa, alla resistenza che di.spiega lun– go uno stato di miseria continua e di avversità di ogni genere. Basta un fu• gace pensiero a tutto questo per ave– re una pallida idea di quello che pos– sono essere le energie difensive del no– stro organismo. Anzi. entro questi con– cetti la medicina si presenta come un tiepido rimedio in extremis, pur avcn• do raggiunto un elevato valore scicnli– fico e umano. Esistono meraviglie na• scoste alle quali non pensiamo mai; e non per una particolare e consapevole ingratitudine, ma perchè tale comparta• 137
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