Volontà - anno XVI - n.2 - febbraio 1963
la politica nelle sue torme odiose, egli partl nel 1914alla guerra, con l'esaltazione d'un visionario. Nei primi scontri col nemico, perì per una pallottola in rronte. (Romain Rolland, che ha consacrato - nella seconda liuerra mondiale - due \'Olumi alla vita cd opera di questo compagno della sua gioventù, dimostra che questi mistici sono, di fatto, ,,iuimc della politica: • Se qualche volta la polilica s·~ introdotta nella mistica, come 11n verme, per roderla e appassirla - e questo è stato l'oggetto delle furie convulsi\'C di Péauy lungo tutta la sua ,,ila -, questa intromissione capitò nelle nuove guerre cosiddette del Oiritlo, donde le ideologie pih purè. sono collocate nel giaciglio dei più sporchi interessi»). Se Péguy si fosse salvalo dalla guerra, si sarebbe risvegliato; avrebbe riconosciuto e.lo squilibrio morale della nazione•, la prostituzione della gioventù nell'ubriachezza dei piaceri e del denaro, inclusa • la deitradazionc immonda che segul dopo, la vittoria•· Jean de Vignes Rouges, gi~ citato, ebbe sufficiente 1empo per rifleucrc, perchè, dopo aver • spiritualizzalo le battaglie», aggiunse: • Possibilmente, piri tardi, desidererei analizzare queste perturbazioni, queste esalta– zioni, per ridurle a determinate.« leggi». Vedrei allora in esse gli effetti dei contagi men– tali, • eccitazioni nervose», la cui intensitd non può esse.re una misura e le cui conse– guenze non possono essere previste. E' perfino possibile che avessi la turpe illusione di non vedere qualcosa di misterioso in esse» ... Questa « turpe illusione• non è che la pura verità, che i mistici della guerra non videro a tempo, per non mascherare anche con scialacquio verbale le catastrofi della realtà, e le cui conseguenze le scn1ono non soltanto la • generazione del sacrificio•. ma anche coloro che si impegnano nell'elevare sulle ro,•inc il mondo nuovo, il mondo della PACE. Jn effetli, la lelteratura di guerra esprime in un modo diretto o ri0et1e fantastica– mente gli stati generali dello spirito umano. Se la consideriamo nel suo insieme, dob– biamo rinuncfare, in conclusione, ai criterì di giudizio :ipplicati alle vere opc1·e di cultura. L'l leggiamo addolorati, con muta paura, inibiti, sopra pensiero. Non permettiamo che penetri in noi nulla di questo straripamento torbido, \'tlenoso. di passioni tem• pestose. Con la dignità dei nostri aneliti di bene, temprati negli orrori della cnrneficina, manteniamoci orgogliosi e fermi. Nelle profondità essenziali del cuore, e della co– ~cienza, non deve infiltrarsi questa realtà artificiale, lonrana dai nostri t,:randi disegni, dcll'ass.'lssinio in massa e dell'annichilimento di tante O!)Crc d'arte e civiltà. Poichè esistono. nonostante, cause. condizioni d1 manifestazione di questa realtà militarizzata che domina in tutti i paesi, dobbiamo riconoscere - in extremis - che esse apparten– gono ad un mondo particolare, a • leggi • arbitrarie e antiumane. Contempliamo questo mondo frastorn:\lo, convulso in spasimi d'odio e pazzia, pro, .::ipitan1esi in fiammate e rottami, sotto un cielo fulminato da esplosioni. Udi:i.mo le sue ,·oci: ruggiti di mostri, risonanza di cannoni. strane vocalizzazioni meccaniche. E formule, e consegne, comandi che non sembrano concepiti da ccn·elli; e scn1imen1i che non scaturiscono da cuori umani. Ciò nonostante, queste parole sono, spesso, iden– tiche a quelle che pronuncia l'uomo normale. dal ragionamento s.ino. E ci rendiamo conio allora del tremendo rovescio di tutte le nozioni mentali e valori morali, del senso vitale incluso in parole, nelle grandi espressioni verbali che sinlctizzano i mille– nari impegni dei popoli. Ai disastri materiali nei campi di guerra, corrispondono i disastri psichici e intel- 116
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