Volontà - anno XVI - n.2 - febbraio 1963

tà senza pari, moriva (agosto 1869); parecchi di coloro che, dal 1865 al 1869, e• rano stati gli agenti più devoti della propaganda, si erano, per varie ragioni, ri• tirati gli uni dopo gli altri dalla vita militante. Nel tempo stesso, un nuovo venuto, l'avvocato russo Nicola Outine, un volgare ciarlatano ( 1) che si era. intrufolato nelle file dell'Internazionale gine– vrina, offriva i suoi servigi ai capi anticollettivisti; fu accettato, e un bel mat• tino, in gennaio 1870, si poté leggere nel giornale l'Egallté che la vecchia rcda• zione aveva fatto posto a una redazione nuova. I nuovi redattori (Outine e Waehrey) « consacrarono le colonne del gior• nale a predicare ciò che si è chiamato il cooperativismo» (Mémolre de la Fédé– ration ju.rasslenne, p. 98); non ci volle molto per discernere chiaramente quali erano le tendenze della consorteria antkollettivista di Ginevra, e per quale via volesse trascinare la Federazione Romanda. Questa consorteria si trovò subito l'alleata di Coullery e dei suoi amici. Alla Chaux•de-Fonds c'era, come a Ginevra, discordia tra collettivisti e anticollettivistì; quest'ultimi erano i più numerosi, e dominavano nel « Circolo Internazionale»; i collettivisti si erano decisi (dicembre 1869) a formare una sezione a parte sotto il nome di Sezione di propaganda socialista. Gli anticollettivisti della Chaux.-dc-Fonds e quelli cli Ginevra si misero d'accordo; e prepararono un colpo di Stato per l'apertura del Congresso annua– le della Federazione Romanda, che era stato convocato per i primi d'aprile 1870 alla Chaux•de-Fonds. Tre settimane prima di questo Congresso, un gran comizio socialista ave– va luogo a Lione (13 marzo), sotto la presidenza di Varlin, venuto da Parigi per portare ai lavoratori lionesi il saluto dell'Internazionale parigina. Marsiglia, Aix, Digione, Rouen ecc. vi erano rappresentate. Le Sezioni Romande dell'Interna• zionale vi avevano inviato un delegato nella persona di Ademaro Schwitzguébel. Il Consiglio generale della Federazione Belga fece pervenire un appello (redatto eia De.Paepe) in cui erano trattate queste due questioni: «Quale dev'essere l'attitudine della classe proletaria di fronte ai movime11ti poli– tici che tendono a modificare la forma dei governi, di fronte ai democratici radicali ed ai repubblicaui borghesi? Quale dev'essere l'attillldiue della classe proletaria di fronte al movimento cooperativo?•· L'appello dice,1a nettamente che, in una società fondata sul lavoro, « il meccanismo artificiale chiamato governo scompariril nell'organismo econ<r e aggiungeva che il collettivismo è l'idea repubblicana discesa dalle nubi della metafisica giacobina per realizzarsi nei fatti•. In quanto alla cooperazione, l'appello dichiarava che i socialisti « non consideravano che l'estensione e la generalizzazione delle societil coope• (I) Si sa che qucs10 Ou1ine, dopo M·ere ratto molto male all'lnumu11Jonale per parecchi anni, implorò e ottenne 11perdono del go\•crno ru$$0, e rin\ i suoi giorni in Russia come suddilo fedele dello ci.ar. 102

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