Volontà - anno XVI - n.2 - febbraio 1963
C. W. • Infatti il marxismo ha una sua specie di mistica credenza che dopo un certo periodo di dittatura del proletariato, lo Stato scomparirà. Comun– que abbiamo abbastanza esperienza di rivoluzioni comuniste per sapere che la dittatura del proletariato è di fatto la dittatura della butocrazia di un determinato partito; e in Russia, dopo quarant'anni di ..scomparsa dello Stato», abbiamo uno Stato più potente che mai. Tutto ciò natural• mente è già stato detto, come sapete, al grande dibattito della Prima In– ternazionale nel 1870 fra i partigiani di Bakunin e quelli di Marx. A.H. · Tanto pe1·cambiare, anche allora foste « quelli che perdono ». Ma io pen– so, che oggi come oggi, voi siete in qualche modo impegnati, per certe lotte, con la «Sinistra». Una di queste (che mi interessa molto ed alla quale lei non ha ancora accennato) mi sembra tutta la campagna per il disarmo atomico e il « Comitato del 100 ». Lei considera il Comitato del 100 una organizzazione anarchica? O forse sperate di poterlo portare su una posizione interamente anarchica? C. W. • Sì, io ritengo che il Comitato dei 100 sia un'organizzazione anarchica, benchè - ci tengo a sottolineare - esso non si qualifichi tale. E' una organizzazione anarchica per molte ragioni. Innanzitutto la sua lotta at– tiva contro la guerra è una iotta contro lo Stato, e non può essere altri• menti. In secondo luogo, la sua organizzazione è di tipo assolutamente anarchico; non è un'organizzazione democratica. E' un'organizzazione di gente che vuole lavorare, vuole lavorare per gli scopi dell'organizzazione stessa. E' volontaria, temporanea, ha tutte le caratteristiche che io ascri. verei ad un'organizzazione anarchica; e la sua democrazia non è la demo– crazia del voto e della scheda e via dicendo, ma è la democrazia del « votare camminando da soli •. Chi non appoggia il Comitato del 100 non va alle sue dimostrazioni. A. H. . Così tutta la (gloriosa) leggenda dell'anarchismo si è ridotta a sedere in una pozzanghera. E' una fine piuttosto triste. C.W. · Pensiamo a qualche anno fa, a Suez. Quell'anno di Suez e dei fatti d'Un• gheria ha· decisamente segnato un ~ambiamento ·fra gli intellettuali, che cominciarono allora ad interessarsi ai fatti sociali. Dunque ai tempi del• l'invasione di Suez, che, come ben ricordate, fu una pensata del Governo Antony Eden, per non dire del Parlamento, trentamila persone vennero a dimostrare in Trafatgar Square. Nella stessa giornata due milioni di per– sone erano alle Corse di Old Crocks a Brighton (st ride). Quella gente che andò a dimostrare, mi sembra, stava imparando qualcosa, imparava cioè che tutto quanto era in loro potere fare era di scendere a Trafatgar Squarc, proprio perchè il loro potere l'avevano ceduto, senza scampo, a una certa autorità esterna a loro stessi. Gradualmente, lentamente, co– minciano a capire, con la campagna per il disarmo, che il popolo deve esercitare il proprio potere e non cederlo a governi od autorità. N. J. · S1, ma ciò di cui c'è bisogno è di maggiore, non di minore autorità. Sono d'accordo con lei che lo Stato è la causa delle guerre, ma è proprio per- 82
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