Volontà - anno XVI - n.2 - febbraio 1963

C. W.. Non credo. I ciassici pensatori anarchici, Kropotkin, Bakunin, Malatesta pensavano ad un'organizzazione territoriale sotto forma cli comune (pa• rola francese per indicare un'autorità locale . un consiglio locale), che essi intendevano come federazione di comunità organizzate su base terri· toriale e in forma di sindacato, essendo il sindacato l'unità dell'organiz– zazione industriale. N. J.• Ma tutto ciò, inevitabilmente, si svilupperebbe ben presto in una forma di organizzazione molto simile a quella dello Stato attuale. Che diffe. renza c'è tra l'idea federalista che lei ci ha illustrato e la costituzione fe– deralista degli Stati Uniti? C. W.. La costituzione federale degli Stati Uniti è basata su una serie di picco– le autorità. Gli anarchici pensano ad un federalismo come libera asso– ciazione, come ad un'organizzazione ad hoc alla quale si aderisce libera• mente e che liberamente si lascia. A. H.. Signor Ward, a starla a sentire sembra tutto splendidamente moderato. Vorrei richiamarla però ad uno dei vostri manifesti ufficiali, nel quale si dice che gli operai condurranno uno sciopero generale, si impadroniran– no delle industrie, delle fattorie, delle ferrovie e scacceranno i proprietari ed i rappresentanti dello Stato. Non è questo il tono che lei sta usando con noi. Lei ripudia questo manifesto? C.W, . No, anche se non so a quale manifesto lei si riferisca; noi non abbia!DO manifesti ufficiali, dal momento che non esiste una «ufficialità» anarchi· ca. Mi piacerebbe che succedesse così, ma siccome viviamo in Inghilter• ra nel 1962 è impossibile immaginare che gli operai facciano qualcosa di simile. A.H. • Lei sa che ... C.W. - Presto o tardi bisognerà farlo. A.H. · Lei mi fa pensare ad « Aspettando Godot »; stiamo qui seduti a parlare pensando che a un certo momento qualcosa accadrà. Ma quello che non mi è chiaro è quale azione positiva pensate di intraprendere per far pas– sare questo millennio. Lei dice di essere un educatore. Vuol dire che lei crede solo nella propaganda? C.W. · No, bisogna credei-e anche nell'esperienza della gente. Come sa, in que– sti ultimi anni si è sviluppata una campagna per un'azione diretta con• tro le armi nucleari. Può darsi chi! non abbia molto effetto a breve sca– denza, ma a lungo anelare il popolo si educa ed impara che se vuole ot– tenere qualcosa deve farlo da solo, senza i capi. N. J. • Senta, lei prima ha detto di credere a una forma di organizzazione loca• le e di non credere che questa si sviluppi in una forma di Stato come l'attuale: ma non le pare di essere un po' troppo ottimista sulla natura umana? Questo a me pare il punto debole dell'anarchismo. Dopo tutto, l'esperienw universale dell'umanità insegna che gli uomini devono essere governati per reprimere i loro impulsi. Lei, come anarchico, ha un'idea particolare sulla natura umana? Crede nella perfettibilità dell'Uomo? C.W.. Ebbene, si sente spesso dire che l'anarchia s:uebbe desiderabile, ma sa– rebbe possibile solo se gli uomini fossero angeli. Io credo proprio l'op– posto: se gli uomini fossero angeli, sarebbe inutile essere anarchici, co- 76

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