Volontà - anno XVI - n.2 - febbraio 1963
stato spiegato. Chi volesse saperne di più pote,•a continuare la lettura da so– lo•. Nelle classi secondarie il • Gesam– tunterricht • era integrato da corsi fa. coltativi su materie determinate. Questo sistema di auto-interess:imen– to ha dato buoni frutti. All'inizio i mae– stri si rifiutarono addirittura di dare qualche cosa da fare quando gli alun– ni la domandavano, questo per stimo– larli a trovare da sè. • In seguito - scrive il Reese - tutti i fanciulli la– ,·orarono senza essere obbligati. Al mat– tino, quando domando: • avete del la– voro?• la mia domanda è superflua. Appare chiaramente nelle comunità scolastiche uno spirito veramente col– lettivo che Portò anche all'abolizione degli esami e delle pagelle per non urtare il sentimento comunitario di– videndo gli alunni in •buoni• e • cat- tivi •. Ogni studio era. effettuato in gruppo cd in tutta semplicità, in modo cioè da eliminare ogni tendenza all':imbizione cd :ill'csibizionismo culturale. Natural– mente era ammessa la coeducazione, i cui buoni risultati, concretizzatisi in un sano cameratismo fra maschi e femmi– ne i quali prendevano i bagni e face– vano gli esercizi fisici insieme, sono st:iti unanimamcnte riconosciuti. Anche l'età non fu più presa in consi– derazione nella libera formazione dei gruppi scolastici. L'aspetto positivo più grande che ne– ga la passibile accusa di avere adotta• to una attitudine puramente negativa è però - lo iipctiamo - il nuovo rap– porto sorto tra maestri ed alunni. Qual'era dunque l'attività clell'insc– gnantc in seno alla comunità? Il maestro - cosa, oltre che nuova, 72 strabiliante - non stava più al di so– pra (come nelle scuole statali) o al di fuori (come in certi altri movimenti pedagogici d'avanguardia) della classe. concepita come collettività eterogenea ma unita da uno scopo: lo studio. Nelle comunità scolastiche tedesche l'insegnante fece completamente parte del gruppo, divenne un semplice • com– pagno di classe •. con gli stessi identici diritti che ogni altro e con in più il non facile do\'ere di sapersi mantene– re sempre al livello degli alunni. sen7.a far sentire il peso della sua cultura e della sua capacità ed espcrien7.a. • Tra noi non ci sono più barriere, noi non combattiamo più l'uno contro l'altro dissipando cosl le nostre forze, noi formiamo oggi un grupPo che non conosce più la discordia» ( dal proda– ma degli insegnati agli alunni, apparso su • Dcr Lelb-., fosc. dell'aprile 1922). Per questo, anche le assemblee gene– rali delle comunità scolastiche che sem• brerebbero ::i.vvicinare questo movi– mento pedagogico a quello del « self– govemment •• se ne differcnzi: :i.no per una posizione fondament: :i.le. Mentre il • se!f-government • è un sistema quasi imposto che fissa su regole prestabili• te l'autonomia degli alunni rispetto ai maestri, regolandone i limiti cd eleg– gendo una specie di comitato incarica• 10 di fare eseguire • la legge•, le riu– nioni delle assemblee generali delle co– munità scolastiche sono sorte da una necessità sentita dagli alunni stessi e non hanno mai avuto un carattere per– manente. Esse sono semplicemente il modo più concrelo e più completo di discutere e risolvere i problemi collet• tivi mano a mano che si presentano. con il maestro e gli allievi ciel tulio uniti in seno al gruppo, il quale si tra•
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