Volontà - anno XVI - n.1 - gennaio 1963

FRA DUE REALTÀ. LA PAROLA SCRITTA. SOLIDARIETÀ. LA "SPIRITUALIZZAZIONE., DELLA GUERRA. Non è cosl facile il cercare di definire dal principio ciò che è la letteratura del– la guerra. Ci limitiamo a scindere in queste paKine, la grande, la vera letteratura urna. na (dcnominat.l anche • universale•) anteriore alla guerra, dalla produzione letlera– ria detcn11inata dalla guerra stessa. La separa un abisso, nello stesso modo in cui la realtà è completamente distinta dalla realtà distruttrice. Lo confessiamo: non possiamo scrivere sulla lcucratura della guerra, senza d~ lorosi ondeagiamenti o con un sentimento di repulsione difficile a frenare. La scansiamo quale selva ripiena di fiere in agguato, di miasmi mortiferi e or– rende ,•isioni, Vicini ad essa non possiamo utilizzare queste espressioni che hanno un certo senso quando si tratla della vera letteratura; esse manifes1ano stati d'm1imo e concetti sulla vita e sul mondo, concretano situazioni e dclincrmo i problemi di sem– pre del destino umano. Includiamo nella lettenuura di guerra lutto ciò che si pubblicò negli anni di camericina e nei seguenti sotto la sua inOuenza diretta; poesie, novelle, teatro, me– morie, studì, senza dimenticare le relazioni dei aiomali e a.li innumerevoli opuscoli, la valanga di stampe circostanziali e tendenziose. A colui che potè leggere questa lettera. 1ura, opponendogli costantemente la propria umanità, degna e libera - con l'impe– gno di non cedere alla psicosi colle11iva e di consen•are, in1a11a, la coscienza morale, la perdurabilc eredità culturale e spirituale - questa letteratura appare più orrenda della guerra stessa. Questa affermazione, alquanto paradossale, è tropl)O evidente. Non ha necessità di prove e documenti. Per quan10 cruente siano le battaglie degli eserciti; per Qu:tnto opprimente sia la sofferenza dei feriti, degli affamati, degli esiliati degli orfani e vedo. ve, delle anime genuinamente umane e pacifiche; per quanto innumerevoli siano le cillà e villagai distrutti, le opere d'arte palvcriuate, le vite innocenti perite nella tor– menta della a:uerra, questa tragedia dei popoli ci sembra più vasta, più dolorosa, più catastrofica attraverso la sua letteratura. Mediante la scrittura, ogni fallo acquisisce una nuova realtà; una realtà distinta, che perdura dopo il compimento del fatto stesso. La memoria registrata, materializ– zata e moltiplicata dalla stampa, sembra un'altra cosa del ricordo fugace, incerto, in– costante. Tutti gli avvenimenti di guerra, localizzati in certi luoa:hi e vissuti da un nu. mero limitato di individui, raggiungono un'altra ampiezza e significato se sono narra– li da giornali. descrilli in racconti e novelle, evocati in poemi, drammatizzati in opere di teatro. Questi vengono diffusi ovunque; si fanno permanenti e superano, per cosl dire, le loro proporz.ioni naturali, anche se sono narrati in modo semplkc cd esalto, senza destrezze stilistiche. Il mondo intero è abbracciato ed ossessionato dalla auerra scritta, sia descrilli• va, apologetica, polemica o soltanto • letteraria•· I suoi libri ed opuscoli, le sue riviste e varie collezioni illustrate, sempre alla ne> stra portata, man1cngono in tutta l'umanità una tensione psichica e cerebrale, diversa dagli sforzi fisici e tecnici deali eserciti. o·a1tra pane, poichè nemmeno gli eserciti sono salvaguardati dall'influen1 .. '\ epidemica di questa letteratura - ammesso che mol– li scrittori sono anche militnri, maneggiando ugualmente sia l'nnna che la penna - si unisce alla a:uerra di fatto, la guerra che si conduce con Je parole e con l'inchiostro della stampa. Cosl, la guerra in sè è trasforma1n dalla sua stessa lcueratura. 51

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