Volontà - anno XVI - n.1 - gennaio 1963

Centenario dell'Indipendenza della Repubblica Argentina. Le lotte sociali si ina– sprivano molto e la F. O. R. A. annunciava lo scipero generale per quei giorni di festa, come sfida diretta contro il governo per il suo brutale intervento nelle lot– te operaie. Alla fine del mese di aprile 1910, le strade di Buenos Aires si trovavano in– vase dalla polizia e dall'esercito. Tutla la forza pubblica si trovava in assetto di guerra, Nonostante ciò, le azioni di protesta e le manifestazioni di piazza si sus– seguivano con un ritmo crescente. La stampa borghese informava che nella ma– nifestazione i partecipanti ammontavano a più di 50 mila persone, cifra enorme per quei tempi. li governo, temendo la peggio, prendeva misure di sicurezza e proclamava lo stato di emergenza. Il 13 maggio si scatenava la reazione: i locali sociali e non pochi domicilii privati vengono distrutti, gli arrestati ed imprigiona– ti sono numerosissimi, mentre nelle sentine della polizia si picchia brutalmente la gente. Il 4 maggio viene assalita e incendiata la tipografia dove si stampavano La Protesta e La Battana. Così si ritorna alla clandestinità e alla paziente ricer struzione delle opere distrutte dalla furia governativa. Molto spesso avvenivano scontri di piazza violenti. Tre fatti gravi figurnno nella storia nera del paese, anteriormente al 1930.Quello del primo maggio 1909, quello della « settimana tragica i> del .1919 e quello della Patagonia del 1921, i quali, sorpassano in brutalità il massacro di operai effettuato a GualeguaychU. Il primo maggio 1909,aveva luogo una manifestazione nella Plaza de Mayo. Il violento atteggiamento del capo della forza pubblica provocò alcuni inci– denti. li colonnello Falcon diede ordine alla for.ta poliziesca di sparare sui dimo. stranii provocando, in tal modo, otto morti e centocinque feriti. Come protesta venne proclamato lo sciopero generale e per otto giorni durarono gli scontri a fuoco che causarono molti feriti e numerosi arresti .... li 14 novembre l'anarchico Simon Radovitzky lanciò una bomba contro la macchina del capo della polizia, il Colonnello Falcon. Costui e il suo segretario, Lartigau, morirono all'istante. (4) li 7 gennaio 1919 di fronte ai cantieri metallurgici Vasena ebbe luogo uno scontro violento tra operai e polizia, nel quale si ebbero 4 morti e venti feriti. L'indignazione fu incontenibile, al punto che la manifestazione di cordoglio, che accompagnava le , 1 i1time al cimitero, fin\ in una vera Sommossa popolare. Venne (4) Di spirito puro, dotato di una straordin:uia sensibilità e di una integrità morale, Simoo Radowit:d,;y aiunsc ad essere un simbolo vivente del principio di libertà, del diritto alla ribellio– ne per la sua moralità fraterna e solidale. Di origine russa, ancora ragauo parteciplò alle lotte sociali. Nel ~uo organismo persistevano i segni delle ferite ricevute nel 190S.Sembrerebbe un p;l· radosso affermare che allentò al colonnello F:hcon per un eccesso di bontà. Nessuno che lo abbia conosciuto e frequentato potrà negnrlo. Trascorse più di ,•ent'anni nella Terra del Fuoco, terri– bile penitenziario situato all'estremo sud <lcll'Argcn1ina. lvi soffri torture e punizioni cd è <!3 considerarsi un miracolo di rcsistcnui fisica che sia uscito indenne d.1 quel! 'inferno. Fu •!°anima buona• dei carcerati e il portabandiera di oani protesta contro i carcerieri. Fece due tcn1atM di fuga. Insieme con B:urera - che era andato per liberarlo -. i due giunsero nelle acque cilene. ma furono consegnati alle autori1à. Vent'anni di campagne popolari culminaro– no con la sua libertà, a condizione di vi\·crc fuori dell°Argcntìna. Risicdc\'a a Montc\'idco. quando scoppiò la Rh·oluz.ione in Spagna, O\'C accorse. Dai campi di conccntraincnt'> francese parti p.:r il Messico. dove morl nel 1956. Vari opuscoli furono scrilli sulla sua storia. Augustin Souchy compilò una documentazione come ornaagio postumo. 41

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