Volontà - anno XVI - n.1 - gennaio 1963

L'ARCIVESCOVO DI NOVARA (Torto e ragione) L'art. 7 della Costituzione è fomite di scaramucce interpretative, almeno al livello del Parlamento: che, certamente, non di scaramucce bisognerebbe par– lare se l'art. 7 dovesse essere preso 111 ... considerazione da diverso punto di Yi• sta. Ci riferiamo all'ultima delle scnramucce, che ha visto due parlamentari di estrema chiedere al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro dell'ln- 1erno una risposta sulla liceità e compatibilità dell'azione dell'Arcivescovo di Novara con l'art. 7 (primo comma) della Costituzione. Quale l'azione del prelato novarese? Una certa circolare inviata ai parroci (da leggere ai fedeli) la quale, «sconfinando dal campo religioso per entrare de– cisamente in quello politico» (non è una novità, davvero!), si articolava in di– versi punti, dei quali amJamo trascrivere i seguenti: «Già sono piene d1 veleno le elezioni pollllche, che non vediamo motivo per– ché siano avvelenate anche le elezioni amministrative. Si dirà che ciò è richiesto dalla politica d1 centro slnlstra .... ». Torto e ragione in queste prime ... avvisaglie s'intersecano, e bene a ragio– ne, in quanto il centro sinJstra non è un rospo che possa essere facilmente dige– rito da tutto il clero e la cattiva digestione non è buona consigliera ... politica; torto quando si sostiene che la politica di centro-sinistra avvelena le elezioni, ragione quando si dice che le elezioni sono piene di veleno (ma l'alto- prelato se ne accorge proprio ora?). L.., circolare continua: «Per noi Il centro-sinistra - checché se ne dica, a torlo o a ragione - rappresenta un cedimento assai doloroso sul cam))O de.I prln– clpl cristiani» (no, dawero, o arcivescovo di Novara! Ella ha torto, sol che guar– di bene alla storia del Papato, il quale, quando ha detto di cedere ha sempre ot– tenuto qualcosa in più del ceduto; ha, quanto meno ... fagocitato l'n.ltro contraen– te sul piano materiale e su quello ... spirituale. Pensi un po', arcivescovo, n. quan– to ha ceduto, in principi, il partito socialista! Tanto che l'aggettivazione sociali– sta, attualmente come non mai, sa di appiccicaticcio ... !). o. s. CULTURA Si, MA COMMERCIABILE Rubiamo da « Programma ComunJsta • del 16 novembre 1962,quanto segue: li signor Franco Ferrarotti, gli editori Einaudi e Bompiani e il critico Jet• terario Libero Bigiarctti, hanno disquisito in un programma radio sul boom e– ditoriale, e, dopo aver esaltato la funzione delle biblioteche, ci hanno messi in guardia contro quello che gli amabili spiriti di Francia chiamano « il vizio im-, punito della lettura•· La cultura, secondo i nostri progressisti, è un vizio come il fumo, e come tale deve servire ad allargare il mercato librario! Guai se si prende l'abitudine di leggere nelle biblioteche invece di comperare i libri! Cul– tura sl, ma a pagamento! Inoltre i nostri editori progressisti hanno radiato dai 70 miliardi annui del commercio editoriale italiano, i miliardi che riguardano l'editoria scientifica. Spese improduttive! La cultura è un fatto umano, quindi redditizio! Fra le spese redditizie, se non vi rientra l'editoria scentirica, sembra invece rientrino, secondo i nostri illustri amanti della cultura, la letteraturri, la saggistica, in particolare Politica e sociologica. Omaggio di redditività alla • Collana dei Saggi Einaudi • ! 29·

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