Volontà - anno XVI - n.1 - gennaio 1963

concessioni strappate dal lavoro al capitale, come è costretto a fare essendo il partito più debole. Ma, chi è il pubblico? Tutti i consumatori, naturalmente. Ma per il momento li posso dividere in due categorie: quelli che godono di redditi vistosi e che le fluttuazioni dei prezzi non danneggiano seria• mente (si può fin d'ora metterli fuori di questione) e la massa i cui redditi sono minimi od esigui, a cui il più leggero rialzo dei prezzi pro– duce disagio e pregiudizio, delle privazioni e spesso la rovina. Un nu• mero considerevole di questi ultimi sopportano volentieri questi nuovi pesi, conseguenza ciel buon esisto dello sciopero dei loro compagni di lavoro, sia perchè socialisti o anarchici convinti, sia grazie al senti• mento istintivo di solidarietà e amore per una bella causa, che fa di essi la base delle nostre speranze in un avvenire migliore; ma sento che illuderei me stesso se chiudessi gli occhi su questo fatto, che la grande massa, che non è raggiunta dalle idee di progresso e dai nobili sentimenti (se essa lo fosse, come potrebbe sopportare il sistema at– tuale?). non sente punto crescere la sua simpatia per la classe operaia organizzata, in casi consimili, e rimane accasciata, indifferente e osti– le come per lo innanzi. Immagino, per esempio, che se durante uno sciopero di minatori, il marito, un lavoratore, simpatizza con gJi scioperanti e sottoscrive volentieri al loro fondo di sciopero con qualche soldo, la donna - che ha da risolvere il problema di famiglia come prima, col medesimo sa– lario e col carbone ad un prezzo di strozzinaggio - guarderà bene in molti casi di dividere la sua simpatia e non mancherà di far valere con– tro di lui la questione domestica, e così i loro sentimenti si neutraliz– zeranno mutualmente. Gli scioperi di questa specie, allora, lasciano le cose, dal punto di vista economico e morale, nello stato di prima, anche nel caso di vit• toria, poichè il peso delle concessioni economiche è, dai capitalisti, but• tato sulle spalle del pubblico che paga; le masse dei lavoratori ne sof– frono tanto più che la loro povertà è grande, e l'elevazione morale e l'entusiasmo degli scioperanti e di coloro che simpatizzano con essi, sono controbilanciati dalla depressione e dall'ostilità silenziosa del rimanente della massa - che in realtà paga lo scotto. Perciò sarebbe utile trovare dei mezzi con i quali il pubblico (la massa dei lavoratori) potesse essere interessato in modo materiale e non soltanto sentimentale, al pari degli scioperanti stessi. 17

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