Volontà - anno XVI - n.1 - gennaio 1963
ciare il principio della dignità e della libertà umana, come pure quello della solidarietà, e a sforzarsi di vivere secondo questi principi. E', inoltre, necessario che la connessione inscindibile che unisce questi due prìncipi sia riconosciuta; poichè il primo principio soltan– to, superficialmente interpretato, può condurre all'azione personale dell'individuo per se stesso, senza cura della sua ascesa al di sopra dri suoi compagni, mentre la solidarietà senza la dignità e la libertà per– sonale, non è altro che quella che noi v:::diamo applicata oggi dintor– no a noi e che ci ferisce ad ogni istante - la solidarietà della maggio– ranza compatta, con le peggiori brut ture del presente sistema: con– correnza, patriottismo, religione, partiti politici, ecc. Ecco perchè una completa e cosciente combinazione dei sentimenti di libertà con quelli di solidarietà è necessaria, e coloro che avranno progredito fino a tal punto saranno più portati ad accettare le nostre idee, o per meglio dire saranno più adatti a comprenderle che certi strati più arretrati delle attuali popolazioni. Per ql!esto credo di non ingannarmi fissando un tale criterio, una tale pietra di paragone dei mezzi d'azione possi– bili; ed i mezz; d'azione che non si innalzano fino a questo livello, do– vranno essere miglior:-iti. Prima d'entrare in argomento, mi occorre far conoscere la mia opinione su due punti, relativanwnte ai quali io forse sono un eretico, distaccandomi dalle credenze economiche correnti e, in certi casi, dagli argomenti usati nell'agitai.ione. Le mie conclusioni ulteriori saranno basate su questi due punti preliminari. L'uno di essi ha attinenz~ a ciò che si chiama il pubblico. Questo fattore, a parer mio, non è abbastanza preso in considerazione neJle lotte operaie: i lavoratori d'nn'industria, sono organizzati e lottano duramente per il miglioramento della loro situazione economica; i padroni agiscono identicamente e possono essere forzati, sia con degli scioperi vittoriosi, sia dal potere di un potente sindacato, a fare delle concessioni ai lavoratori. Ma i consumatori dei prodotti di questa in• dustria, essi, non sono affatto organizzati e nulla fanno per la salva– guardia efficace dei loro interessi e per la riduzione delle loro spese al tasso più basso possibile; d'onrle è assai naturale che i capitalisti cerchino e riescano a rifarsi quasi integralmente delle loro conces– sioni all'operaio sul pubblico che paga. Così i prezzi aumentano, la qm-1~ lità dei prodotti diventa inferiore, ed il pubblico paga le spese delle 16
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