Volontà - anno XV- n.10 - ottobre 1962

liberarsi dal eo1ice110 di Dio; poiéhè non si trattn di scrostare le stratifica• zioui di qualche gcucraziouc storica, bensì, clebellarc milleuni cli erronee accumulazioni psichiche e di pressio– ni autoritarie, le quali banno inciso profondamente sul meccanismo ere– ditario della psiche umana. Perciò taluni limiti filosofici si pre/:icntauo, •ì, come irrealizzabili, ma psieologi– oamente molto utili. ln <1uestosenso Stirncr e Nielzsche dobbiamo considerarli filosofi ,•era– meute Liberatori i anche se, sul pia– no concreto dell'esistenza, l'espres• •ione filosofica dell'anarchismo non può basarsi esclusi,•amenle su tali estremi. Praticamente pii, sost:mziale per il divenire umano si presenta invece il concetto di liberttì; anche se questa, aollo certi aspelli si 1>resenla astralla o inafferrabile, in quanto non è fa. cile definirla esattamente. La libertà è un complesso obiettivo e soggclli• TO nd un tempo; e non solo dal Iulo puramente individuale, ma pure da quello sociale. I:: ombra e corpo, se– condo le condizioni e i punti di vi- 1ta; 1>crò, sicuramente, una reallà; cd una delle più necessarie, come l'aria e il sole. L'anarchismo si è sempre inlercs– •alo della lihertù da un punto di vi– •la, potremmo dire, prammalieo; cioè inerente all'agire 1>ratieo e spi– rilualc degli individui. Non ha ela– boralo trattali sistenrnlici in quanto, pressato dalle condizioni storiche o aocinli in genere, esso usava ccl usa la libertà molto più come aiuto con– ercto che come soslcgno dottrinale o eomunquc strcttamenle filosofico. li termine libertà, nella sua espres• •ione generica, designa l'assenza di ostacoli al compimento d.l un fine. Ma è comprensibile che sollo questo aspcllo, al<1unn10 schematico, essa chiarisce ben poco, sfociando nella più problematica ambiguità. È però necessario premettere una chiarificazione circo. il concetto di li– bertà, specialmente 1>ere,•itarc erro– nee prospctlive o sfasature concet– tuali nelle <1uali1alvolta s 1 impigliano anche spregiudicate in1cl.ligenze. Per taluni un'umanità veramenle libera è solo possibile con un certo ritorno verso uuo stato più naturale. Per diversi cervelli la razza umana si troverebbe ormai incatenata ad un dilemma senza uscita, riguardo al problema della liberl.à. Il fiume del- 111cii,iltà ci libera da un lat.o, ma c'incatena altrettanto bene sull'altra sponda; vale a dire che, in definiti• va, non può veramente liberare. Si tratta, dunque, di un'equazione egua– gliala a zero. Ora - sempre per un notevole numero di scettici - ritornare ir11el– lige,llemc11te allo stato naturale non è possibile; poichè l'unica via che ci è aperta per una simile mèta, ha sollanlo una sostanza del lutto nega– tiva, cioè <ruella di una "era e pro– pria degenerazione fisiologica e psi– chica, che potrebbe essere ofTcrla proprio da una civiltà travisata e cnpovoha dal radicuto principio di autori là. Ecco perchè - con un scuso più senlimentale clte in1elle1tuale - da mohi vengono rimpianti i tempi, che non ritorneranno piÌI, della prcisto• ria piìt c"oluta quando, senza ombra di leggi codificate e di strumenti repressivi, la vita procedeva libera e più spontanea. Quadri nostalgici e ormai lontanissimi nel tempo, e che nella nostra epoca sono J"imaste J>&l• 551

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