Volontà - anno XV- n.10 - ottobre 1962
E la intelligenza, se vuole, avrebbe molte possibilità per liberarci dalle shq>idità più incomprensibili e dalle barbarie che sono sempre iu agguato anche nei popoli che si. direbbero i più e,•oluti. La logica e la filosofia dell'anar– chismo puntano sopratutto su tali possibilità. La natura ci offre tullora immensi aiuti e le potenziali possi– bil.ità del lavoro sono prodigiose. li sole può riscaldarci ancora per diversi milioni d'anni; pcrchè l'u– manità do,,rebbe nutodistruggersi esclusivamente per colpa propria? Un tempo, come massima calamità naturale, si temeva che qualche co– meta potesse scontrarsi col nostro pianeta. Ora incominciamo a com– prendere - e cou un senso di pro– fonda amarezza - che la natura è molto meno crudele del (( principio <l'autorità »; e che qualche suo ter– remoto o qualche suo ciclone diven– tano :lVvenimcnti insignificanti di fronte alle possibilità apocalittiche del militarismo umano ... Perciò libertà naturale e spirituale di essere anche scellici in quanto il pensiero non 1>uò rimanere intera– mente passivo di fronte ad ogni cre– denza od ai supposti valori di cerle azioni e di certe idee i ma non radi– calmente scettici poichè, in fondo, si tratterebbe di una passività peggiore anche della Cede più ingenua; e psicoJogicamente sarebbe una sorta di flulluarc inutile e indeciso; anzi, in definitiva, lasciar campo libero a f[Uellc ideologie ccl a quegli uomini i <1uali 1 a modo loro, souo ben 1on– tnni dall'essere scettici di fronte alla una rottn u11u1oa,purlroppo ancora lontnna dt1un porto pii1 11«oglientc e i>iù bcncGco... 550 utilità degli egoismi e al potere di certe « idee 6sse ». D'altronde « scetticismo assoluto • e« fede incondizionata » sono due Ji– miti i quali, in senso strellamente fi. losofico, possono benissimo avere un diritto di esistenza puramente aslrat– ta, come le idee platouichc,, ma non certamente conformi alla realtà del– la vita e delle cose. Limiti analoghi e così estremi, so– no stati raggiunti anche in altri set– tori filosofici. Per non sconfinare dai nostri argomenti, come tipico esem• pio ritorniamo ancora al nostro Stir– ner. Secondo l'autore dcli'« Unico 11, la differenza che distingue l'uomo religioso dal libero pensatore è la se– guente: che al credente bnstano po– chi articoli di tede, mentre il libero pensatore ne ha delle migliaia. « Io devo volere e potere essere - dice lo Stirner - indifferente così alla Verità come all'Errore».,_ , Questo significa 1ucire dul concre– to divenire della storia; così come voleva uscire Nietzsche ponendosi « Al di là del Bene e del Male ». E con ciò siamo ben lontani dal voler diminuire iJ valore filosofico dei due pensatori sopra citali. Anzi, psicolo– gicamente, sembra che sia assoluta• mente necessario raggiungere simili estremi per polersi liberare del tutto anche dalle più radicale cristnlli:.::.a– zioni del pensiero. Basta pensare, nd esempio, agli sforzi contioui, doloro– si e quasi disperati che occorrono per " Il lcllorc di senso critico rileverÌI che tale e5pressione non è esnlln, o che almeno non è ohicttivamcule impOlllnln; in quanto il libero pensiero hn pure demolito tonti nrticoli di fede, e pone il liLcro esnmo come principio cli guido e non come collcziouist1, per cosi dire, fii crc<lcnzc incondiziorrntc.
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