Volontà - anno XV- n.10 - ottobre 1962
•smente rcceate costruzione) si trova eorn• preso nel 30% della zona costjera. La 11t1:1• ·gnmdc maggioranza <lei centri abìlati si trova fra i 250 cd i 750 metri, anche se si I.ratta di piceolì e piecolìs.si111i centri la cui 11overtà aumenta col diminuire del uumero degli abitauti; al disopra <lei 750 metri abbiamo 29 comuni cd uno solo (Sau Giovanni in Fiore) si trova oltre i 1000 metri. L'estate pastori e contadini si spost:mo dalle zone 11remont:mc verso <1uelle pii1 alte. Nelle zone montane è quindi la piccola proprietà - tolta al bosco - che predo– mina, 1>er come risulta anche dalle stali• stiehe dell'Istituto Nazionale di Eeonomi:a Agraria ( iml:agine del 1947). Da circa un secolo a questa 1rnrte una non meno importante pressione <lemografiea si C registrata sulle zone costiere con la ridi• scesa verso il piano <li una parte della po– pofazione concentratasi al disopra <lei 250 metri. Questo sollie,·o - alqunnto tardi,·o - dato aUe alte terre è all'origi11e dello:: casi<lette « marine•· Sia sul litarale tirrenil.-O che su <1uello ionico ai ,•illaggi agganciati !uUe colline a sui monti corris1,ou<lo110qu11si sempre delle (rai;iani (diveniate spes5G co– muni) nale lungo la strada e la ferrovia dopo la loro co.;itruzione. Del resta questa aspetta della medaglia ba il suo ro,·Cll(:io: lo s,·ilup1,o agrumicolo del litarale e Bpecialmente <liquello reggino non ha impedito l'attacco alle medie ed nltc pendici dei bacini. I produttari si spinsero anzi sempre piì, dentro le fiumare, le risn• lirono alla ricerca di un J)Ò<l'ac(1ua irrigu:1 che 1>erme1tc.sseIn caltura dell'agrume. « Si tr:11ta di una ricchezza in perenne stata di minnccia <la parie dei torrenti, quasi irritati per la mancanz:a di sfoga aUe 11icnc, per Jc impossibili 001ruzion.i (lG!ti alla loro tumul• tuosa <lin:uniea 1> - scrive,•a oc! 1960 una atudioso calabrese, in uu numero s1>eciale di • Prospettive Meridionali• dedicnlo aJla Calabria. Oltre al dihMcamento call!alo dai bisogni elementari di una poJ,olazionc rnrnle e 110• stort1lc, ne esiste u11'ahro legata, dnl secolo scorso, all'estrazione del tannino dai castegoi e dalle qucrcie, per coucia a J)er protluzione e vendita del tannino -!tessa; all'esistenza (s1,ccialmcnte uel Casentino) <li qualche !a• pani!icio, che 11gliinizi impiega,•a le ceneri di lcgnmne per la 1,otassa, e delle Erequeuti fornaci (a legna) tli terraglie, calce e laterizi, nonchè (nell'alto Catanzaro) l'industria delle castt1gnc secche. Anche una certa industria mineraria, come lo zolfo e la lignite in pro– vincia di Catanzaro, fìarenti cent'anni fo, e sapratullo la sviluppo sana i Borboni, nelle Serre di Catanzara, <li un centro minc– rari<rsi<lerurgico, coutribuiroM al dibosea• Questo ccnlro, situato a mille metri d'al• te:i:za,comprendeva tlivcrse miniere di lima,. nite e di ferro a Pa11:1tanodi Stile e nclJa zona del Monte Pecoraro (con una 1>roJu. ziouc annua di 34.000 11uiutali), quattro altiforni ed una fabbrica <l'aruli a Fcrdinan• dcn, Mangiano, Bigonci e Pazzana. Il CO!ll• bustibile era fornito appunto dai OO§Chi vicini sotta form:a <li carbone di legna, si arri,,ava oosi ai 30.000 11ui11tt1li di ferro {US(l. Il governo borbonico cedette in seguito la miuicru, cor.1 i boschi demaniali annessi, ed 1111 privato il quale sfruttò i l>O!chie lasciò cadere in ro,·ina la miniera. Di questa antico com11lcssosiderurgico statale oggi uou CSÌl!tc 1iil1 nulla. Alcune ma<lcste fonderie esiillc– vano pure a Reggio Calabria, le quali la,·o– ravano il materiale pro,·cniente dalla miniera di Valanida. Attualmente ancara l'industria baschiva è effettuata in gran pnrte con metadi tradi– rdonali. Il legname è srruttata J>Crla l)n>– tluziane di 14\'alnme, pali, tra,·crse fcrro– Yiaric, <logbe per botti, abbozzi di pi1ic, ceste ed imballaggi. Esiste in Calabria 11ual• 567
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