Volontà - anno XV- n.10 - ottobre 1962
aUe epoche glaciali del quaternario, quando le folle fo~te c-oprivaoo tulla la regione ed arrivavano in riva al mare (come lo pro– vano i ffi!li dei bosehi di Polic-oro e del Crotonese, 111110 Jonio). }lenire J111lleOO§le esistono m:icchie di mirli, oleandri, lentischi e mortcllc, troviamo - dni 750 ai 1000 metri d'altitudine - i latifogli, In 11ucrcin ed il castagno (la Caln• hria è In seconda regione italiana, do1>0 la TOM.'ana, per la produzione di caslagne); oltre i mille metri ap1>aiono le conifere ( pino nero e abete) ed i faggi. Le zone montane seuenlrionali ai confini con In L11ct111i11 - di natura calcarea - sono però pri\·e di \'ege1uionc. ma 1cmo presenti in buona 1>nrtc di e..-se i pascoli, i quali 1i estendono anche agli altipiani granitici. Quando .si 11arl11,in Calabria, tli fore1te, 1i pcnsn .subito nlla Sila. Essa forniva già ai Greci legname e p«e 1>cr le flone e mi- 1urova (ai tempi di Strabooe) 700 11adi os,- 1ia circa 125 chilometri di lu11ghcna, U rilievo ortlinato nel 1662 c-onstatava una lunghezza di1ninuita a 3•1 miglia ed una lnr• gheua di 33 per una superficie tolale di 300.000 mog,;ia, 1u1.erficie riruasta prCYOChè invarinla fino alla metà del secolo acorso. Fino al 1S00 gli alberi della Sila erano libernmenle di,1)0nibili per gli abitanti del COlfC11ti110. Sotto gli Svevi i boschi sono 1>rotct1i dalla 50n·cgliant.11 di ap1>0Siti • fotel!lari • i t(uali 1i danno però ad e!a:r:ioni contro i pa!lori per cui Fede.rie-o II de,·e intcn·enire con llpeeiali di!l)O!izioni, Gli abU!.i di quesli agenti 80110 risoonlrati anche sollo gli Angiò: Carlo I, ris1JOm:lcndo ai reclami che accu• 1avano i • forestari • di proibire ai 1>artico– lari di seminare le loro terre e perfino di imp11clro11if!Cnecon la fon.:a per 1r11,formarle nuovamente in fore~tc, ordinn unn inchicata forc1111lc per fissare i limili 11111ichidelle fore3tc, In tli cui estensione era in aumento. L'editto di Rol>crlo (1333) 11011 solo non proibitce il toglio degli alberi (la Calabria del Xlll e XIV ,ecolo uporlava legname da 005lruz.ione in tutta l'Italia mcridiooale cd oltre), ma tenendo conio dei bisogni mi– lilari ordina che i malcriali legnosi siano uruprc pror11i e proibiace ogni commercio al di fuori del Reame di as10 per Jancie, dardi, baliste, e .scudi, sotto pena del seque– stro del legname che ai 1c11tava di csporlnre e di uno multa di dicci once d'oro, oltre alla pena che gcnericamcnle colpiva i 1ra- 1grcssori degli onlini regi. Nel 1588 un:1 1>rammatica 1uoibitce in tullo il Regno la compra,·cndita, sollo 1>ena del tequcstro del legname e dell'■rreito, di alberi di pino adatti alla fahbrica:r:ione di remi e di antenne ed all>eri di rul\'e, senza priml'I a\'Cre ottenuto una licenza &erittn. Nel 1614, su ricor'JIOdi 1111 1101aio, !i proi– bisce il loglio dei pini dclln Sila; suceessi– va,ncntc, dietro ricorM> dei cosentini al Tri– bunale della Jlegin Camera, In 1>roibizione latta finla«o dei pini per !"estrazione della 1>ece greca e della trementina e l'incendio degli al!Mri anche se in1neca1i; il litigio sul !aglio dci;li alberi resta però in aospeso. Solo l'anno .seguente un decreto atabiliM:e che gli abitanti di Co.senza e dei Cuali possono in IUlla libcrlÌ disporre del legname ddJc pianle piìi secelic, 1agliamlole per uso fuoco, e dei pini bianchi arrivali n maturità per uso ta\·Ole e trnvi; soln li111iln%io11c: il taglio dei 1,ini 1>rodut1ori di pece. [ pinn!tri pote– vano essere nndicati e dillrutti se im1>cdi– vano la coltura dei campi. Nello stesso anno 1615, Filippo li ri– conferma fediuo di Hol>erto e con 1peeialc prammatica proibi-'CC il 11glio degli alberi che possano scn·ire ■I na,·iglio reale cd aU'Clltra:r:ioncdella 1>ecc, questo in noine del dirillo di regalia che il governo ha sul Hcgio Dcmm1io della Sih1; la proibii:ione riguordontc gli alberi dn 11ecc è estesa anche nife proprietà wfrnte esislcnti nella Siln. Dei bandi nello stcMO ACnAO furo110 cmcssi 1ucccssivnmcntc nel 1618, 1735 e 1763. I docuweoti dell'epoca, e tanto mcoo le 565
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