Volontà - anno XV- n.10 - ottobre 1962
miscellanea di massime o di parabo• le, spesso incongruenti e contraddi– torie, le quali, ( nuche se come tali più di <rualcuna si presenta senz'al• tro umuna e ragionevole) nel loro insieme non rispondono agli echi profondi dell'animo e della stessa ra• gione. E la prova più evidente l'han– no data, abbondantemcnle, venti secoli di storia. « Ama il prossimo tuo come te stesso », ad esempio, ad un primo esame sembra una massima moral. mente indiscutibile e cli una limpida semplici1i1; invece nel suo substrato filosofico - morale si presenta grande– mente complessa e indeterminata. Poichè, in primo luogo, sarebbe ne• ccssario precisare come e in che modo si ama ((se stessi ». Su questo piano la moderna psicologia ha chia– rito più di qualche punto nel cam• po complesso e spesso tenebroso dei "entimenti umani, ~fa senza ricorrere alla psicologia, sarebbe possibile lo stesso chiarire un mornlc m.odus• vive11di, senza rivolgersi a massime estreme o troppo cristallizzate, e quindi praticamente inefficaci. (( Fa che il tuo pensiero e il tuo agire non arrechi al tuo prossimo un inutile dolore », forse sarebbe una massima alquanto più chiara e più razionale. Poichè l'altra massimn cvnngclica, « Non !are agJi altri ciò che non pia– ce a le stesso », è anch'essa indeter– minata nel suo spirito e nella sua so- 5tanza; in <1uanto ciò che non piace a mc stesso potrebbe benissimo es– sere buono ed utile per gli altri. E la filosofia non serve solo per inda– gare i misteri della vita, ma pure per insegnare a vivere meno stupidamen– te e con meno tragedie. Nel suo substrato psicologico, b. filosofia si può considerare una sorta di difesa; cioè un particolare senso di sicurezza intellelliva e morale che l'uomo è convinto di avere di fronte, non solo agli enigmi della natura, ma pure in seno ai complessi rap– porti sociali. Sapere, psicologicamente, significa essere sicuri tra i labirinti e le insi– die della vita; anche quando, di fronte all'immenso dominio delle forze naturali, l'uomo comprende chiaramente che in tale campo egli non potrU mai vincere del tutto. An– zi, il fallo in sè di comprendere una simile differenza di forze, è gii1 una specie di vittoria; poichè, io senso del tutto naturale, si può essere vii• toriosi scmm sopruffare. È però necessario rilevare una sin. golarc cd ambigua eondo1ta degli uomini, circa la sicurezza che riten– gono di nvere in virtù del loro sape– re. Ment're iu un cnmpo slretlamente scientifico le cose procedono iu modo razionale, anche tra eventuali errori; nel cumpo più apertamente sociale spesso il sapere assume il volto di Giano, cioè due facce: una scmpli• ccmcnte sincera, in quanto giudica il sapere nel suo reale valore, cioè come fauore reciprocamente utile tanto per l'individuo come per la so– cietà; e l'altra convenzionale, in quanto può aderire ad azioni od avallare idee le quali, nei recessi del nostro animo, sentiamo bene che ri– suonano Calsamentc, o che perlome– no suscitano qualche dubbio. In altri termini, quando, come scienziato, l'uomo giunge ad una esatta comprensione di una data leg– ge nalurale o giunge a superare un difficile c complesso problema ( la risoluzione del quale lo condurrà ad una vittoria sulla naturale passività 555
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