Volontà - anno XV- n.10 - ottobre 1962
lide immagini nelle sparute comu– nità degli esquimesi o dei lapponi: gente primitiva e tuttavia dotata di un senso morale moho elevato, quel– lo che appunto è in grave carenza nelle grandi comunilà civili, anche se tra non molto potranno fare viag– gi. turistici sulla luna ... Ecco dove si presenta l'errore di valutazione o concetluale: nel cre– dere che uno stato naturale - e sia pure sorretto da un'ahrettanta natu• raie e spontanea moialità - implchi una vera e propria libertà. L'uomo preistorico, conceitual– m.ente, non poteva ritenersi libero. Per lui la libertà poteva essere com– presa solo istintivamente, cioè in modo del tutto analogo a quello de1Ie altre specie animali. Una continua e cruda lotta per l'esistenza non può rendere liberi, e la preistoria non fu certamente una storia di paradiso terrestre. Gli uccelli a noi sembrano essere liberi: in realtà sono sottoposti alle necessità inerenti alla loro specie. La natura non ci rende schiavi, nel scn- 50 pro1>rio che diamo al termine schia,•itù; ma non ci rende nemme– no liberi, nel senso veramente ele– vato che diamo al termine libertà. Il concetto di libertà nasce molto pii1 tardi, e scaturisce da una com• plessitl1 di fattori, che - anche 11e sollo un certo aspetto si pre- 11euta difficile da analizzare - è però relativamente agevole iiu1un– drare, almeno come sintesi, nel 11uosignificato concreto e spiritua– le. Entro questo quadro la liber– tà si può concepire ·come un grado massimo di energia dist"ributiva, sia di beni concreti come di valori spi– rituali. E distributiva non nel senso che debba essere elargita esclusiva- 552 mente dall'alto; in quanto questo elargisce sempre quelle libertà che servono appunto per mantenerlo sempre in alto; bensì come potenza scaturente da lutto l'insieme del la– voro, dell'intelligenza e de1 senti– mento. Bakunin, tra l'altro, definisce la li– bertà come «dominazione delle cose• e come potere di liberare la coscien– za dal giogo delle necessità. E con tale definizione comprendiamo ancor meglio che l'uomo allo staio tUJtu,rale nou IHIÒdirsi libero. Liberarsi, però, non solo dal giogo della materia. ma pure da quello dello spirito; cioè quando <1uesto assume l'aspetto di un principio assoluto e con la sovra– na pretesa di essere indispensabile. Anche la scienza - secondo Baku– nin - non può avere una priorità assoluta; in quanto essa può essere la bussola della vita, « ma non è la vita »; poichè q-uesta, nella sua ulti– ma essénza, sEugge e sEuggirà sempre alle classificazioni della scienza. E anche questa è una felice espressione di libcrlà; anzi, possiamo aggiunge– re, è proprio nel perchè della vita che affondano le radici di una vera libertà. La sociologia - dice aucora Bakunin - deve indicare « con. mano fedele e sicura, le cause gcue– rali delle sofferenze individuali 1., Appunto: la libertà è un prohle~ ma di suarigione sociale; così come si è fisiologicamente liberi quando ,i è superata una malattia. È ov,•io che per libertà non s'in– tende arbitrio; però, talvolta, giusta– mente può e<ruivalere a ribeBione. Un comportamento maleducato in. genere non è certamente un atto di libertà; e l'anarchismo non si è mai sognato di avallare inutili vandalismi
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