Volontà - anno XV- n.8-9- agosto-settembre 1962

credito, riso, farina, acquavite, vestiti ed ornamenti. li debito aumenta ed il padrone non sarà più obbJigato a correre dietro agli operai stagionali. Se deve nutrire un numeroso personale permanente, anche al di fuori dei pe– riodi della raccolla, se la sbriga sempre, diminuendo il mangiare. Il lavoro non manca mai in una piantagione: delle strade da sistemare, delle siepi da piantare per impedire il passaggio del bestiame, dei canali d'irrigazione da scavare. L'Indio non rischia mai di restare con le braccia incrociate. Un operaio rompe un arnese? li prezzo è ritenulo sul salario; ed il "finquero " si arrangia anche per distribuire degli arnesi incrinati. Così si indebitano tutti, in un modo o nell'altro: senza parlare delle loro mogli che fanno, in media, un 6glio all'anno. Un Indio lavora troppo lentamente? Dieci colpi di frusta o qualche ora calalo in fondo ad un pozzo sospeso alle ascelle: il "siudice" deve beo guadagnare il suo salario. Ma sopratullo si prende l'Indio con la paura della fame, ri6utandogli di tanto in taolo farina e fagioli a credito. Nove lndios su dieci sono inca– paci di verificare il loro conto ed il decimo, quello che sa vagamente leg– gere e scrivere, non avrebbe mai l'audacia di controllare il padrone. In ogni modo la legge è dalla parte del "finquero ": l'operaio è costretto a restare alla "finca " fìnchè il suo lavoro abbia rimborsato i suoi debiti. Poichè questo rimborso è impossibile, la maggioranza degli operai 0011 lasciano la piantagione che il giorno della loro morte. Quando sono troppo vecchi per rendersi utili, i loro debiti passano ai 6gli. È la loro sola eredi1à ». G. R. Ricordiamo ancora una volta ai compa1ni, ai simpatizzanti, ed a quanti sono intereaaati alla vita della rivista che quanto concerne la parte amministrativa va indirizzato ad : AURELIO CHESSA • Via Dino Col 5-7,. GENOVA Collaborazioni, cambi, invii di libri ed altro vanno indiriz– zati alla redazione preuo: GIUSEPPE ROSE • Via Roma 101 • COSENZA 526