Volontà - anno XV- n.8-9- agosto-settembre 1962
sospesi a divini, ( e quindi, implicitamente, che le alte autorità religiose solidarizzarono con gli imputati), se si bada all'inizio dell'arringa di uno dei di(ensori (l'on. avv. Alessi): « lntroibo ad altare Dei» cd alla fine deUa stessa, col segno della croce e recitando altre parole in « latinorum », se, insomma, si pone mente a tutta la taltica difonsiva improntata alla specula:ione religiosa ( rilevato anche dallo stesso P.M.), l'assoluzione dei irati non dovrebbe assolutamente meravigliarci. E l'autore deH'arlicolo così scrive a proposito: « Anche perchè non c'è bisogno di essere giuristi per avvertire - al fiuto - la stortura di una decisione, che condanna i mafiosi e assolve i manutengoli, che colpisce le copvole storte ma rispetta il saio, anche quando questo diventa il comodo schermo dietro cui si cela la lupara e il vile ricatto». Tanfo di mafia e sacrestia! K ... K ... A ... Kniscev + Krupp + Agnelli: una insalata ... russa, assai indigesla per il I)rolctarialo internazionale! ! In occasione di un'esposizione italiana a Mosca, voluta e capeggiata dal capitalismo italiano, Kruscev pubblicamente ha ringraziato Agnelli per il dono (una comoda auto di lusso) ricevulo, dono che conteneva tutte le « angherie » padronali e tutto quel bolso o: paternalismo » che, di lì a poco tempo, dovevano sfociare nei fatti di Torino del mese di luglio del corrente anno. Kruscev non è nuovo a questi ringraziamenli nei conlronti dei pescecani della mafia capitalistica: ricordiamo un altro pubblico e cor• diale incontro, quello col facitore di cannoni Krupp, quando Kruscev, al– zando un bicchiere di acciaio donatogli « dalla dinastia di Guglielmone e Hitler », brindò alla salute del grande industriale tedesco. Le vie dei ... Signori sono grandi e varie: anche quella del connubbio osceno. Simbolismo a parte ( ci riferiamo ai ringraziamenti ed ai brindisi), resta confermata la collaborazione Ira il capilalismo statale e quello illu– minato ( di Kn1pp o di Agnelli, non importa). lo trotlo deglischiavi M. John O'CaUighan non è uno scriltore di professione, bensì un com• merciantc che, per motivi commerciali, risiede in Africa j egli, col suo libro Tlte Slave Trade (La tratta degli schiavi), ha messo in allarme l'O.N.U. e l'Ufficio Internazionale del lavoro, in quanto ha denunciato l'esistenza, con abbondanza di documentazione, di un vero e proprio mercato di schiavi. L'autore ha visto mercati io cui uomini, donne, fanciulli venivano esposti per essere venduti ed ha anche precisato il dettaglio che gli schiavi con la pelle più chiara coslano di più e che una giovane può essere acqui- 524
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