Volontà - anno XV- n.8-9- agosto-settembre 1962

1>eJlerà agli organismi relati,•i e, ascoltate le ragioni dell 1 accusato, si pro• cederà in conseguenza»'. Altri asr,cui del piano <li attività future: rivendicare la rappresen• tanza proporzionale secondo le forze rappresentate <1uando si tratta di di– simpegnare cariche pubbliche. 1 compagni che occuperanno tali cariche, politiche o militari, de,•ono attenersi alle consegne dei comitati. Quei com• pegni che non godono della fiducia della propria organizzazione regionale non possono ottenere incarichi nei comitati na:ionoli del Movimento. I mi• litanti espulsi dalla C.N.T. non potranno essere ammessi nella F.A.I., o nella Gioventù Libertaria, e viceversa. Fu creato un Comitato di Coordinamento del Movimento Libertario che « urà carattere d'assessore politico sotto tutti gli aspetti, coordinando i diveni criteri sostenuti dai rispettivi Comitati Na:ionali ( ...) presi nelle assemblee regolari di ciascuna organizzazione, ma si atterrà agli accordi so• vrani di questo Pieno ... ». Malgrado l'unanimità con la ([uale furono presi gli accordi, l'antag1r uismo delle ,•arie tendenze che (ermenta,•ano nel Movimento non poteva 11vanire. li Pieno (u un tentativo disperato per concentrare le tre organiz• zazioni libertarie mediante l'adozione di accordi draconiani, la creazione di solidi organismi di coordinamento, l'adozione di una linea unica per tutti, la \'Olontà di reprimere se,•eramcnte qualche divergenza e convincere tutti e ciascuno che lo opportunismo circostanziale non era in contraddi– zione con i principi anarchici permanenti. Senza dubbio, J'o1>1>ortunismo circostanziale era sempre più perma• n.ente, se si tiene cooto di certi accordi del Pieno, quelli secondo i quali il Movimento Libertario si proponeva di riformare il Parlamento, le stnatture del governo, le ambasciate, la giurisprudenza, il corpo costituzionale dello S1ato, riforme più formali che sostanziali. Ciò dimostra che non s'era per• dura la mania di giocare con le parole. A questa nuova slruttura costitu• zionale, che non andava molto piÌI in là di qualsiasi programma liberale e repubblicano, si dette il nome di Repubblica Democratico Federale. La questione di fondo era molto più importante <li <111anto trasparisse dal rilll1ltato dei dibatlili. L'antagonismo C.N. • C.P. era in relazione con Je tragiche prospetti,•e della guerra e deJla politica di resistenza di Negrin. Nel suo libro « Perehè perdemmo la guerra », Diego Abati de Santillan ( del C.P. deUa F.A.I.) dice: « Le nostre divergenze crebbero in relazione al comportamento della C.N.T. che segui\'8 la linea di condotta seguita <lai Partito Comunista» {Pag. 181). Fra gli. studi utilizzati per la trattazione di questi argomenti v'è una noia sulla 23• sessione che afferma: « La cosa piì1 importante di questa sessione è slata la lotta 11ostenuta dal Comitato Penin.mfore della F.A.1. con il Comitato Nazionale della C.N.T. in relazione al Partito Comunist11, che attacca duramenle il primo e iliCencle il secondo ». 7 Que1t'uhimo 1•ar1,:rafo fu inlrodouo etpttSli.limente per 11unirc l'ioditeiplio• dc1 periodico giov,oile Ruta ed ,Itri <'ll!i che potenero prtttnt,n.i in ~guito. 508

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