Volontà - anno XV- n.8-9- agosto-settembre 1962

ori::onti e nuove possibilità di vita: esse so,w la continuazione di quel vrogresso che vermette allo civiltà moderna, pur con tut.ti i suoi irtco,we– uieuti, d.i offrire agli uomini tonti innegabili benefici. Afct anche questo non convince l'onimo umano a riconciliarsi con la scie11z,,. Lu scienza libera e individualista che si chiamava Leonardo o Ga– lileo, Darwin o Mongolfier, la scienza vovera e ignuda che offrivo agli uomini verità nuove e nuovi mezzi per una vita migliore, questll scienza eru sentita come un'esaltazione dell'umanità ed un messaggio di libera– ::;ione. Ma la scienza anonima d'oggidì, finanziata e organizzata dallo Stato, con la sua magìa comandc,ta dall'alto, con i s,ioi scienziati ridotti " illustri servitori di valaz:o, anche nelle sue i1nprese più suggestive non sa strav– pure che un'lltnmirllzione fredda la quale si spegne subito nel dubbio mo– rale: il dubbio che queste immense ricchezze scagliate 11elcielo non siano un. insulto ulfo fame che ancora abbonda sulla terra. Anche una società liberata dal profitto varticofore e dal [)otere co11- t.itwerà le imvrese del progresso scientifico senza più la remora dei se• greti di Stato, ""' la [Jriorità dei suoi sfor:i sarebbe volla a gurantire il diritto all'esiste11:t1 su. questa terra; le imvrese della scienza s11rebbero in tal modo un'espressione di esuberan:ll umana e di autentico svilupvo so. cinle e non un'irrisione come lo sono oggidì. Bisogna quindi verificure un divorzio fra scien:a e umanità; nel giro di pochi decenni quesltJ cotegoria dello svirito che l'uomo sentiva come uria for:a amica e liberatrice e che at1wvo come se stesso, è ora co11side• ratll 11110 for:a estranea e nemica. Ma "Ua radice tli que/.l'c,ffetto '.e di questa avversione troviamo lo stesso errore: quello di chiedere alla scienza ciò che essa non ci [)Otrà mai dare. Non possicmw rimproverare ad esso la mancata solu:ione del pro– blema sociale e contrapporre alle sue meravigliose scoperte il vermanere dell'ingiusti.:ù1 e della miseria u,,uma. « Ognuno uccide ciò che ama >i scrisse un gra11de voeta inglese, e ciò avviene verchè sernpre trasfiguriamo l'oggetto del nostro amore. L'uomo si riconcilierà con la scienza quando im– parerà ad c,marla ver quello che è relllmente: una forza che agisce sul ter– reno vratico ed utilitario, che pone al servizio dell'uomo le infì,iite risorse della naturn 11w che rinwne i11diOerent.e ol problema etico cli come usare queste for:e e queste vossibiiltà che essa ci offre, Non possiamo chiedere alfo scienza c1uel che ci [)UÒ dare soltanto fo coscienza. Come si. pu.ò iml.icare nella sciem:.t, fo sorgente del progresso e dell" felicità e scllglicue al tempo stesso l'cuiatema contro le esvlosioni nucleari che ne sono fo vii,, mocler,w espressiot1e? Tale ,11>pnre11te co111.rnd,lizione è oggi personif,cllt.o dal grcmcle vegliardo Bertrcmd Russel. Scorrendo la sull vt1slel opera è facile trovc,re, pur nella variet.à dei 11roblemi /.nlltllti, ,wo stesso filo conduttore, un leit motiv che lutti li rac– coglie in ,rno stesso ut1eggillme11to: lo spirito scie11tifico è lo :,pirito crea• tore clellt1 nostra civiltcì; t10t1 riconoscerlo sig11ifico rit111eg11re fo civiltà di 450

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