Volontà - anno XV- n.8-9- agosto-settembre 1962

Abbiamo visto le concezioni di Bakunin per quanto riguarda la classe operaia in generale cd il 1>roletariato in particolare. Nel passaggio più avanti citato egli si scaglia contro il pericolo di imborghesimento e rim– piange la perdita, 1>cr il movimento rivoluzionario e proletario, di lutti gli operai a11rn1ti dai benefici ilclln borghesia, che imitano cieenmcntC' quest'ultima e che ,·ostituiscono un picfolo stralo di proletari clic gi,l 1>ossicdono la 1>f-icologiaborghei:<'. I capitalii-li e la borghesia hanno piì1 foeili1à di n1ilizzare <1uesto strato come intermediario concedendogli certi privilegi. Di fronte n <1ues10minimo slralo, M. Bnkunin pone il res1an1e proletariato che conserva ha speranza e la combattività, il suo spirito di classe ... sia pure con i risc!ii della <'Ompl<'!n miseria e senza possibilità di nlcuu << avanzamento )) professionale. Allualmcnte, a dist:mza di nn f:.ecolo, si 1>uòoi-scrvare che quel pe– ricolo crn verarncu1e reale <' <·hc, sulla china dcll'imborghei,;imento, la cJassc operai.i ha molto perdu10 ntf'nlrc> i suoi nemici hanno mollo gua. dagnato. Ma, a quei-lo p11n10, riiwhiamo di us,·irf' fuod dnl l(:ma 1u·o1•0- s1oci. Allo :-co1>0di rias.-:umere le pof-izioni di llakunin :-ul Jlrohlcma delle dai-si, posJ.iamo dire: il prolet;uiato è la dasf:.e sociale che 1>orla in fòlè 1>il1forza, pii1 vitali1:\, piì1 speranze; ma se il 1lrolc1aria10 industriale soprattutto ha un molo importante, il JHoletariato contadino e quello mi– serabile non sono esclusi da <1ues1a lolla; per <1uan10concerne la piccoln borghesin, si può considnare il ruolo di alcuni elementi, ma scnq>re con molte riserve (« senza farsi grandi illusioni>)). Ma ciò che è ancora piì1 importante è che Baknnin non concede alcun ruolo d'egemonia, di prio– rità, cd ancor meno di dittatnrn, nè al 1>roletario in g<'nC"rale,nè a quello industriale, nè ai purtili politici che si identifìc•ano con <1uesto proleta– riato, in una socie1ì1 veramente soC'ialista, se si vuole che questa societì1 resti veramente senza classi. Infine egli mostra da una parte il pericolo di una rivoluzione <, insufficicntemen1e rnclicale •> e dall'allra il pericolo dello spirilo di casta e delle pre1ese da 1>nrte <li un piccolo slrato del pro– let.-ri.tto (relativamente privilcgin10 cd imborghef-ito) il quale, al f)Mlo cli servire la rivoluzione, la 1radi!ò=-cc r mi,w i !ò=-UOi sfon:i. Ma bisogna dir,· anche <>he ll.tkunin non spiega, n nostro avviso, in maniera sufficinetc e ,·onvinccntc, perchè il proletariato sar:"1la prima clo1F,S(' srruttnta ed opprei-5-n che:, liberandosi, libererà lultc le nitre classi. Uaku– nin scrive: 462 « 1/oJ)croio che alimenla tulio lii §OCictÌl, chti rap1nescnta la bo.se e la possi• l1ilità di ogni ('ivilizzazione e tli tulle le ricchenc, i- !"ultimo Sf'hiM'O ... EiJSO no11

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