Volontà - anno XV- n.8-9- agosto-settembre 1962
« Attualmente ed a cominciare da subito, la foru, la vita, il pensiero umano e l'aneoire sono nel proletariato. Oe:corre dargli tulio il ,·ostro coraggio, tutti i ,·ostri sforzi 1 2, ed es.so a sua volta vi darà la propria forza e la propria vitalità. Così, insieme, voi riuscirete a fare la ri,·oluzionc che sah·crà l'Italia. E quando l\lauini vi chiederà se siete sicuri d1e le vostre forze AOnosufficienti, bisogna ris11ondere: si, sono suffiticnti. Nel proletariato sono attumulate tante di quelle forze che sono sufficicn1i per di~truggerfl il mondo horghe1c, con tulle le sue Chiese e tutti i suoi S1ati • u. Due anni più tardi, nel suo libro ((/.,o Stato e l'Anarchia 11 (1873), Bnkuuin riprende l'esempio dell'I1alia, In cui situazione è insieme molto miserabile e molto tesa, per sottolineart: ancora che il proletariato delle cittì1 e dei villaggi è la forza rivoluzionaria piìi inq>ortante e più 11n1uralc. Cosi scrive: f{ Di,•er!K> è il lnvoro di prop11ga1Hla e ,li organin.azione <"he l'Internazionale s,,olge in llalia. E!!SOsi s,·olge 1liret111111enle c quasi esdush•amente tra gli operai d1e in Italia, come in lulla l'Europa, conccnlrill!O lulla 111forza, la s1>erat1:i:11 e fav– venire <lella società. Dalla borghesia 1no,·cngooo pochi uomini, !Olo quelli che hanno respinto l'ordine attuale llella società e che lurn trovato forza sufficiente per voltare le spalle ed abbandonare la loro dusse, per llcdicarsi ad 1111 lnvoro utile j>er il 1101,olo.Ma ciù non C lflnto Facile nC frct111cnte, perchè 11011 v'è lanla gente che ne sia capace. Anzi, Nloro el1e vengono sono ancora piì1 ammire,·oli. In Italia e1I in Hussia il loro numero è relativamente più alto. Ma ciò che è f)iii e™nziale cd inco111p&rabilmente più i1111>0rtante è che in lralin si 1rov11un i11tcrcilanle prolctarialo, hcnchtl sia 1>0verissimo etl anche illc1- ter1110. Qu~to prolc111riato è CO:ililuilo in 11rimo luogo tla circa due milioni di 011erni indus1ri1,li, 1>0i da salariati e piccoli artigiani, infìnfl tla <1ualche milione tli contatlini genza terra. A 111c sembra <'he in Italia In rivoluzione po!lila essere ahha– stan:i:a vicina, oosì come nella S11ngna. JICr quanto io Italia per il momento 11ia tutto <:almo mentre nella Spagna gli atti tli rivolta ~iuno molto fre(111c11ti.In halin. (1u11si 111110 il popolo spera ed attende eons<'iamcntc una ri,·oluzionfl sociale, Quello strato rclo1i,·ome11tc pri,·ilegiato Jella daS!e operaia cl1e comincia u ru•si sentire in certi paesi europei, pii, specialmente in lngliilterni e nel.la Svi:i:zcra, non esisle i11 Italia. Qui, chi J)rtldomina è il prolelariato più miseraLile: t111ellostc8'!0 tlel quale i signori Marx cd Engels e, tlopo di loro, lulla la scuol11sociahlemocratica tedesca, parlano con profonilo disprezzo: In realtà, In forza e la speranza della futun rivolulior1e sociale non risiedono nello striminzilo strnlo imborghegìto tlella classe operaia, ma precisamente in questa massa che conserva con tullo lu sua miseria ogni speranza ,li rivolulione sociale» 1 ◄• Quesla frase ha servito ai marxisti per nvan;,:are un'altra accusa contro i libertari: oltre ngli intcllet1trnli cd alla piccola borghcsin, soltanto il 11 h1m1>cnproletarial 11- il prolc.1aria10 misnabilc e q1H•llo mf'ndiranlc - (! la base e l'idenle degli anarchici. 11 La lettera era i11Jirillnta alla gio,·entì,. ,:, Voi. V, J)ag. 182, cd. ru.ua . 14 I.o Stllto e /'Amircl,i(I, pag. 49-50. ed. ru$tl;a. 461
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