Volontà - anno XV- n.7 - luglio 1962

Al primo Co11gresso delle Collettività di Arago11a, tenutosi nel feb– braio dello stesso anno, avevano preso parte 500 delegati (su 450 collet– tività registrate nella regione), dato molto utile per considerare il processo delle repressioni. Da tulti i lati le collettività riuscirono a raggiungere un incremento considerevole, sìa pure con uno sviluppo difficile e con minor numero di collettivisli. La collettivi1à di Peiialba, che all'inizio della rivoluzione era com– posta da tutto il paese ( 1500 abitanti), risultò ridotta a 500 collettivisti. Non vi sono dati precisi sulle ripercussioni delle repressioni in questa seconda tappa della collettivizzazione, però le cifre a disposizione dei partecipanti al Congresso di Caspe (500 e 200 rispettivamente) serve come quadro di comparazione. t molto probabile che, in questa seconda tap1>a, la colle11ivizzazione rispecchi più fedelmente la sincerità delle com 1 inzioni dei suoi componenti. Questi erano stati sottoposti a dura prova e quelli che riuscirono a resistere erano collettivisti disposti a sop– portare qualsiasi avversità. Sarebbe, senz'altro, sintomo di leggerezza qualificare come anticol– lettivisti quelli che abbandonarono la collettivizzazione durante la seconda ta1>pa. Il timore, la coartazione ufficiale, la mancanza di fiducia nell'avve– nire, ebbero molto peso nella decisione di w1 importante settore delle masse contadine aragonesi. Quanto alla benevolenza del governo, che aveva permesso il formarsi di nuove collettività, essa non offre alcuna sorpresa. La politica agraria del Ministro Vicente Uribe (membro del Comitato Centrale del Partito Comunista) si era sempre distinta per i suoi bruschi sbandamenti. Non v'è che da esaminare il contenuto dei suoi decreti e delle sue ordinanze per comprovarlo. Il decreto del 7 ottobre del 1936 era antieollettivista. Questo decreto fo attenuato da una ordinanza dell'estate 1937, decisa per emendare ìl caos prodotto dal decreto stesso. Vi era da sah 1 are il raccolto a tutti i costi. L'ordinanza era un incentivo offerto ai collettivisti affinchè incanalassero le loro imprese secondo le norme ed i regolamenti di legge tanto complicati quanto vessatori. Le collettività che non si fossero trovate in regola al 31 ottobre prossimo sarebbero state sciolte e le terre ridate ai ,,cechi proprietari. Una volta sal\'8to il raccolto del 1937, che costituiva l'unico e vero proposito dell'ordinanza, si produsse la repressione in Aragona e la distruzione delle collettività. La danza macabra dei comunisti e dei pro• prietari reazionari ebbe come conseguenza la rovina dell'agricoltura ara. gonese. I colle11ivisti che non si trovavano in carcere er-ano perseguitati o si erano rifugiati in altre regioni o avevano trovato riparo nelle divisioni confederali. In !limili condizioni si effettuò la preparazione al prossimo raccolto. I piccoli proprietari vittoriosi non potevano lavorare la terra assegnata con Je proprie braccia. I contadini espropriati, da collettivisti intransigenti, si rifiutavano di lavorare in regime di proprietà e maggior– mente di offrire le proprie energie dietro compenso. 427

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