Volontà - anno XV- n.5 - maggio 1962

comunicazione da uu punto all'altro della battaglia. Alcuni focolai dell'una o dell'altra parte rimasero isolati. La Casa S.N.T.-F.A.I. era circondata dalle forze della vicina jefatura di polizia. I Comitati Superiori, favorevoli ai negoziati, al principio non presero parte alla lotta. Nel settore rivoluzionario le operazioni erano dirette dai Comité, de Defen$a de barrio., organismi di antica tradizione rivoluzionaria che avevano giocato un importante ruolo il 19 luglio 1936. La lolla (u particolarmente intensa nella parte vecchia della città, luogo di concentrazione dei governativi, le cui strade tortuose si presi•· vano alla guerriglia delle barricate. Bloccati nei centri ufficiali, i rappresentanti politici e sindacali di ambo le parti, facevano con maggiore o minore sincerità, proposte di armistizio. Si irenavano, però, quando i tentativi sta\'8no per sortire un esito positi,,o, con la speranza che la propria parte a,·esse la meglio su quella awersa. Le disposizioni di cessate il fuoco impartite dalla C.N.T. pregiudicavano l'impulso offensivo delle forze popolari. Dette consegne erano trasmesse per radio, dalla C.N.T.-F.A.I. che, nella trasmissione del 4 maggio, proclamò: e( Non siamo responsabili dei Catti accaduti. Non attacchiamo, anzi, ci diCendiamo. Operai della C.N.T. e della U.G.T., ricordate il cammino percorso, i caduti per le strade e sulle barricate! Deponete le armi ed abbracciate,·i come fratelli! Raggiungeremo la vittoria se saremo uniti, andremo incontro alla d.isCatta se lotteremo fra noi! RiAettete ! Tendiamo la mano disarmata; (ate lo stesso e tutto finirà. Che la concordia regni sempre fra noi. Guerra e morte al fascismo! it. Dai microfoni ufficiali i capi politici parlavano lo stesso Jinguaggio. Ma una cosa erano le parole ed altro i (atti. Il governo centrale, appena avuta notizia dell'accaduto, adottò misure rigorose per soffocare la sedi– cente $olleva:.ione della Catalogna. I minislri dell C.N.T. si offrirono come mediatori e, a tale scopo, Garcia Oliver e Federica Montseny si recarono a Barcellona. Una rappresentanza dell'Esecutivo Nazionale del- 110.G.T. e del Comitato Nazionale della C.N.T. partì con lo stesso pro• posito. Tutti parlarono per radio cercando di pacificare gli animi: « Compagni - disse Garcia Oliver nella sua al.locuzione - per J'unità antifascista, per l'unità proletaria, per quelli che caddero nella lotta, non raccogliete sfide provocatorie ... ». (Tra i combattenti libertari circolava la voce che quelli che parla– vano per radio erano prigionieri dei comunisli e, pertanto, obbligati ad esprimersi in tale maniera). « Ciò che dico è quello che penso. Voi mi comprendete, mi conoscete profondamente per capire che in questo momento opero secondo la mia libera volontà ( ...) nessuno riuscirà mai a fare uscire dalle mie labbra parole ch'io non senta di dire ... ». La voce circa i supposti ostaggi si propagò tanto che i conEederali che occupavano Ja fortezza di Montjuieh puntarono i cannoni "erso l'edi– ficio della Cencrali<lad. Ma non spararono. 1 Comitali di DifC!a rionali. 299

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