Volontà - anno XV- n.5 - maggio 1962

il diritto, dovranno guidarci: il re– gno di Dio sulla terra è la pace tra gli uomini, consistendo nell'esecu• zione dei comandamenti di Cri::Jlo,e IOJ>ratutto in q11elli contenuli nel 11 sermone della montagna ». Può darsi che vi fu un tempo in cui - considerato il basso grado di moralità e la generale disposizione degli uomini alla violenza - la esi- 1tem:a di una potenza che riducesse <1uesta -violenza fo55e ritenuta van• taggiosa: fu l'epoca in cui la poten– za dello Stato era meno pesante di quella che gli individui esercitavano reciprocamente. Ma un tale vantag• gio non poteva durare; a misura che le inclinazioni violente degli indivi– dui diminuivano, che i costumi di– ventavano ch•ili, a misura che i go, verni, grazie alla loro potenza illimitata, degeneravano sempre piì1, l'islituzione dello Stato perdette ogni suo valore. Questo mutamento, la moralizzazione delle masse e la degenerazione di governanti, ceco la intera storia degli ultimi venti se– coli. • Non posso provare nè l'utilità assoluta dello Stato, nè la sua asso– luta nocivi1ì1, ma ciò che so è che non ho J>iÌIbisogno dello Stato e che non J)Osso più contribuire a soppe– rire alla sua esistenza ». Il cdslianesimo, nello stretto sen– so della paro1a, sopprime lo Staio. Lo Stato è opposto all'amore, cioè al postulato della non resistenza al male. Lo Staio è un (e1iccio. Il fatto che debba essere rigettato è indipen– dente dalla sua forma: la monarchia assoluta, la Convenzione, il conso• Ja10, la monarchia costituzionale, la Comune o la Repubblica. La dominazione dei cattivi spinta all'eslremo: ecco lo Stato. « Distruggcle lo Stato ed i cattivi 29Q domineranno sui meno cattivi »: di– cono i difensori dello Stato. Ma forse che il potere trasmesso di mano io mano dallo Stato (u mai detenuto dai più degni? Quando giunsero al governo i Luigi XVI, i R.obcspierre, i Napoleone, chi governò allora, i migliori o i malngi?; coloro che si accaparrano il potere e lo deten– gono non possono essere i migliori. Per impadronirs.i del potere e per conservarlo, bisogna amarlo. Ora, l'aspirazione al potere è raramente legata alla bontà, ma piuttosto al contrario, all'orgoglio aU'asluzia alla crudeltà. Senza innalzarsi e senza abbassare gli altri, senza ipocrisia, menzogna, 1>rigioni, fortezze, senza punizioni, assassini, nessuna J)Otenza può essere instaurata nè conservata. Si aggiunga che la detenzione del potere corrompe gli uomini, i <1uali non possono che profittarne. Diri• genti, imperatori, ministri, 1>re(e11i di polizia, gendarmi, in di1>endenza del loro potere, inclinano verso l'irn– moralità e verso la subordinazione del bene comune a loro vantaggio. La dominazione di uno Stato si esercita attraverso la forza materiale. Ogni governo è sostenuto da uomini armati, pronti a (are rispettare con la forza la volonlù di quanti gover– nano, e cioè dalla polizia e dall'eser– cito. Quest'ultimo è l'insieme di as– sassini disciplinati; la sua scuola è quella dell'assassinio, le sue vittorie sono il frutto degli omicidi. La guerra è una lite Ira più go– \'Crni relativa alla potenza da eser• citare sui sudditi. Cosi, fin che du– rerà l'insensata e J)erniciosa sotto– missione dei popoli ai loro governi, sarà impossibile attuare la pace uni• versale in modo ragionevole, a mezzo di convenzioni od arbitrali. Ogni

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