Volontà - anno XV- n.5 - maggio 1962

far scomparire la ineguaglianza tra 1>rodot1idel suolo e quelli dell 1 in1el– ligem:a e le conseguenli differenze tra i prodnltori; queste però, in di– pendenza delle modificate condizio– ni economiche e dell'ampiezza del– l'iniziative !usciate all'uomo, scom– pariranno. Occorrerà convincere un grande numero d'individui che il loro benes– sere richiede un mutamento radica– le: bisognerà l)tol)agandare senza sosta la tlottrina della libertà uguale per tutti sino a quando la maggio– ranza non riconoscerà che le attuali forme d"usurpazione hanno lo scopo <li assoggettare gli individui e non ,1uello di rcmlcrli uguali. llisognerit che le idee anarchiche siano com– prese da ognuno e che ognuno im– pari che cosa significhi la ribellione. f mt:zzi da impiegare per propa– gandare le idee anarchiche sono, so– pratullo, ]a parola e la stami>• e se le lihertà di parola e di stampa do– ,•essero essere soppresse, la violenza sarebbe giustifieata, anche se <111esta deve essere usata in caso di necessità. Quando un numero sufficiente di in– dividui si sal'à convinto che il be, nesserc dipende dal mutamento che noi auspichiamo, sarà allora giunto i] momento di abbattere lo Stato e di trasformare il diritto per mezzo della « Rivoluzione sociale ,., C'è chi crede che lo Stato non potrà scom1>arire se prima tutti gli uomini non saranno divenlati per– fetti: ciò significa che l'anarchia non su1·ì1possibile che al momento del « chiliasmo ». Se fosse possibile il migliorarsi a dispetto degli ostacoli che ince1>1>ano sempre il nostro 1>erfezionamento, è chiaro che lo Stato sparirebbe da solo ... allo stesso modo che, se fos• simo capaci di sollevarci a mezzo delle stringhe delle nostre scarpe, giungeremmo sino al cielo ... Istruire gli uomini non significa insegnar loro il 1uodo di governarsi Ja soli per 1>crrnct1crgliclo in segui• to, bensì significa pcrmc11crglielo mentre glielo s'insegna: ecco perchè l'abolizione dello Stato è in dipen– denza di una prossima ri,•oluzione sociale. C'è chi sostiene che sia un errore ritenere che alla anarchia si perl'er– rà per mezzo della l'io1cnza. Se si ritiene legittimo ed inconte– stabile il dirillo di difendersi con la violenza - anche se l'uso di esso non è consigliabile <p1ando è possi– bile usare altri mezzi -, la scelta del mezzo per giungere al risultato previsto sarà t1uestione cli 01)portu– nità. La rivoluzione sociale de,•e (arsi con l'opposizione Ji una resistenza passil•a, cioè col rifiuto d,obbcdienza. La resislenza 1>assi,•a non è, come disse Ferdinand Lassalle, una resi– stenza che ... non resiste afTa110, ma è quella che lrn pili possibilità di successo in questa epoca di subordi– nazione militare. Non esiste un solo tiranno che non preferisca annien– tare brutalmen1e una rh•oluzioue an– zichè ,•edere una gran massa di uomini decisi a non obbedirgli; una rivoluzione è facilmente soffocata, ma non v'è armata che possa risol– versi a punlare i cannoni conlro uomini pacifici i quali rcs1ino nelle proprie case e che si muovano nella sfora dei _propri diritli: 111 ,·iolcnza vi,•e di rapine; essa muore se le vit– time non si lasciano pii1 derubare. 287

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